Cinquant’anni di professione nel mondo della comunicazione, con campagne pubblicitarie di grande risonanza per conto della Perugina e di altri marchi del mondo della moda. Eppure Angelo Buonumori, perugino doc («sono nato al numero 12 di Corso Vannucci», come ci tiene a precisare), il successo più importante lo ha raggiunto grazie ad una parola dialettale, quel ‘torzone’ che ha fatto sobbalzare sulla sedia la stragrande maggioranza dei perugini.
Buonumori è il titolare dell’agenzia di pubblicità che ha firmato la campagna di rilancio dell’uso del minimetrò e nel salotto di ‘Testimonianze dall’Umbria’, la trasmissione condotta da Mario Mariano, in onda martedì sera alle 20.30 su Tef Channel (canale 381 di sky), confessa il suo stupore: «Pensavamo, il sottoscritto e l’amministratore delegato di Minimetrò, di richiamare l’attenzione generale ma non in maniera così imponente. Il web ha permesso a tutti di esprimere un parere e ci sta anche di aver ricevuto delle critiche, perché avere il consenso generale non è nelle corde di una vera campagna pubblicitaria, come Oliviero Toscani ha più volte ribadito. La provocazione è addirittura necessaria – aggiunge -, ma nessuno si è mai sognato che la parola ‘torzone’ possa cambiare lo stato delle cose, addirittura risanare il bilancio di Minimetrò».
L’importanza della lingua dialettale, del cosiddetto ‘donca’, viene sviscerata dagli ospiti della puntata. In primis da Sandro Allegrini, giornalista – scrittore e coofondatore dell’accademia del Donca: «Da oltre dodici anni promuoviamo incontri ed eventi per sostenere che la lingua dialettale è cultura e non folklore. È bastata una espressione di Buonumori per ribadire l’efficacia e la penetrazione del dialetto che va considerato alla stregua di una vera lingua». Ad animare il dibattito anche il professor Carmine Varasano, docente del Liceo Mariotti: «Il dialetto è trasversale, appartiene all’identità di un territorio, di una città . Sottacerne l’importanza è come voler cancellare con un colpo di spugna secoli di storia».
Matrimoni ‘di gusto’ Infine Elisa Dogana, titolare di un’agenzia che organizza matrimoni, pensa seriamente di rendere unico il giorno più importante della vita di una coppia riproponendo qualche modello di tanti anni fa: «Si può restare al passo con i tempi però nel rispetto delle tradizioni: una volta i matrimoni si festeggiavano all’aperto, nelle aie dei contadini ed oggi sempre più spesso gli sposi chiedono di ambientare la festa a stretto contatto con la natura, anche se l’unicità della nostra proposta consiste nel fatto che al posto delle bomboniere classiche, gli invitati ricevono prodotti unici, espressione della migliore enogastronomia umbra».