di Giovanni Cardarello
Zero, due, cinque, tre e diciannove. No, non sono numeri al lotto ma quelli fondamentali per interpretare, già da oggi, quale sarà la stagione del Perugia edizione 2025/2026. Una stagione che, tanto il responsabile dell’area tecnica Mauro Meluso, quanto il direttore generale Hernan Garcia Borras, hanno già provato ad imbastire in due differenti momenti pubblici. Proviamo a fare chiarezza.
Partiamo dal numero zero, come ‘anno zero’: la base da cui la proprietà argentina del Grifo punta a ripartire dopo una prima stagione segnata da errori nella catena di comando, tecnici ed amministrativi. Errori che, senza il sussulto del terzo cambio di panchina, uniti alla penalizzazione subita della Lucchese, hanno rischiato di far diventare la stagione sportivamente drammatica.
Due, gli anni di pazienza che la stessa proprietà chiede a tifosi, appassionati e addetti ai lavori per tentare la scalata alla serie B. Due anni come quelli che dividono tra l’inizio e la fine dei lavori di ristrutturazione del ‘Renato Curi’ che inizieranno a giugno e che, si prevede, verranno conclusi per metà della stagione 2026/2027.
Cinque, i giocatori della rosa attuale che faranno ritorno alla base dal prestito annuale. In rigoroso ordine alfabetico: Cisco (che però vorrebbe rimanere), Di Maggio, Marconi, Mezzoni e Plaia. Tre, gli ‘anziani’ della rosa, gli ultimi reduci dalla retrocessione dalla serie B che per età, apporto pratico e scadenza contrattuale devono essere valutati. Anche qui in rigoroso ordine alfabetico: Angella, Bartolomei e Lisi.
Diciannove, i calciatori della rosa del Perugia 2024/2025 che mister Cangelosi vorrebbe tenere come base per il prossimo anno. Tra di loro spicca il bomber Montevago sul quale la Sampdoria potrebbe esercitare entro il 1° luglio 2026 il diritto di riacquisto. Ma va detto che Montevago è davvero l’ultimo dei pensieri del club blucerchiato, in lotta per non retrocedere in serie C e soprattutto per rimanere in vita.
A questi vanno aggiunti i rientri certi dei prestiti in uscita. Nel dettaglio parliamo di Luca Bacchin, esterno di centrocampo classe 2004 che ha fatto molto bene alla Pianese di Formisano, facendo registrare 32 presenze, 3 gol e 5 assist. Su di lui si potrebbe aprire un ragionamento tanto per la conferma quanto per fare cassa. Di Matteo Viti, difensore centrale classe 2005, nella rosa del Monza Primavera dove ha fatto registrare solo 5 presenze e una squalifica di 3 turni rimediata per un’espulsione diretta che non è piaciutra al club lombardo. Da rivalutare. E di Luca Moro, portiere classe 2004, partito titolare nel Giana Erminio e lentamente scivolato nella considerazione del tecnico Cusatis. Per lui possibile un ruolo da secondo in concorrenza con Yimga, il classe 2007 titolare della Primavera che ha mezzi tecnici e fisici per fare molto bene ma che, ovviamente, deve crescere mentalmente e fare esperienza.
Partendo da questa base Cangelosi, confermato per un triennio, può già dare vita ad un discreto 4-3-3 che può essere implementato con innesti a basso costo o a costo zero di cui il direttore Meluso è storicamente maestro. Del resto, se l’obiettivo è costruire una stagione senza patemi e con lo sguardo piantato verso i quartieri alti della classifica, la condizione è già favorevole. In serie C, e lo dimostra il rendimento della fase finale della stagione, non occorrono grandi sofismi tattici ma ordine e corsa. E Cangelosi ha dimostrato sul campo di essere bravissimo nella gestione fisica della rosa.
Il ragionamento finale è per la situazione societaria. Nelle scorse settimane si sono rincorse voci su una possibile offerta di acquisto da parte di una cordata italo-araba. La cessione non ci sarà, troppa la distanza tra richiesta e offerta e in parallelo è forte la volontà di Faroni di dimostrare che non è sbarcato a Perugia per tirare a campare. Resta il tema dei due anni di ‘credito’ che la società chiede a tifosi e appassionati prima di poter sognare davvero. Ma considerando ciò che è accaduto dal 2022 ad oggi, già non essere prede degli incubi è un grande passo in avanti.