Perugia, bagarre sul consiglio senza numeri

Cinque assenti in maggioranza alla riunione sul rendiconto. Scatta l’ira delle minoranze. Il presidente Varasano: «Brutta figura». Gettone di 100 euro ai presenti

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di P.C.

Cinque consiglieri comunali di maggioranza (Luciani, Traccheggiani, De Vincenzi, Fronduti e Scarponi) non erano in assemblea nella seduta del 2 maggio, provocando la mancanza del numero legale, nonostante all’ordine del giorno ci fosse un argomento importante come il rendiconto di gestione 2017. E l’episodio ha fatto infuriare non solo le minoranze ma anche il presidente Leonardo Varasano, che ha richiamato i suoi all’ordine: «Abbiamo fatto una brutta figura».

Cristina Bertinelli, assessore al bilancio

Consiglio aperto e poi chiuso «All’appello iniziale che apre la seduta – fanno sapere i consiglieri comunali del Partito Democratico – per senso di responsabilità e rispetto delle istituzioni, in quanto minoranza ma con una cultura di governo, abbiamo permesso l’avvio dei lavori, ma inutilmente, poiché le assenze nelle file del centrodestra sono aumentate nel corso della seduta, senza peraltro addurre giustificazioni». Il riferimento è al consigliere Camicia, che però rimanda al mittente le accuse, parlando di «soccorso rosso» alla maggioranza: «Se non cadeva il numero legale si sarebbe dovuto votare l’atto e per ritegno le opposizioni avrebbero dovuto votare contro e pertanto il bilancio non sarebbe stato approvato, al sindaco è andata bene».

Rispetto delle regole Una possibilità a cui Varasano non vuole credere: «È solo un’ipotesi, di certo per i primi punti non serviva la maggioranza assoluta e sarebbero passati lo stesso, poi magari nel frattempo arrivava qualcun altro della maggioranza, basti pensare che subito dopo la chiusura della seduta sono arrivati in due, ma purtroppo non potevamo aspettarli, io sono lì per far rispettare le regole, che sono a garanzia di tutti, anche se faccio parte della maggioranza, pertanto, trascorso il tempo previsto, ho dichiarato chiusa la seduta». Resta la ‘brutta figura’ come la chiama lo stesso presidente: «Sono sconfortato – dice Varasano a umbriaOn – non è la prima volta che si verificano cose del genere. Ci sono state certo concomitanze sfavorevoli che hanno causato assenze, seppur giustificate. Ognuno avrà avuto certamente validi motivi, ma è un comportamento disdicevole»

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Il banchi del Pd in consiglio

«Maggioranza incapace» Il Partito Democratico parla di «manifesta incapacità di governo», dimostrata ancora una volta «su un atto basilare quale il bilancio e tradisce la sua inadeguatezza ad amministrare la città di Perugia. Il sindaco e la sua maggioranza, spesso assenti durante le sedute di consiglio e commissioni, non sono stati in grado di garantire il numero legale neanche questa mattina, in occasione di una seduta importante e delicata come la discussione sul rendiconto di gestione e sul bilancio». Prima di partire per Roma – dove era atteso per la firma di un protocollo d’intesa sulla cittadella giudiziaria – il sindaco Romizi si è fatto vedere nell’emiciclo, come spesso fa quando serve il numero legale. «Ma stavolta gli è andata male», sussurrano fra i banchi di opposizione.

Assenze e ritardi ripetuti Fra l’altro non è la prima volta. E lo sottolineano i Cinque Stelle: «Da quattro anni, ripetutamente, la maggioranza e lo stesso sindaco Romizi, con la propria cronica assenza, mettono in grande difficoltà i lavori consiliari – denuncia in un comunicato Cristina Rosetti, portavoce del M5S – facendo ripetutamente venire meno il numero legale, che è compito precipuo della maggioranza garantire. I consigli comunali iniziano mediamente con una ora di ritardo e alle 18.30, al massimo, si chiudono, con all’attivo una media di un paio d’ore di lavoro. E, il problema si pone anche quando, in discussione, ci sono atti della maggioranza stessa».

Cristina Rosetti

Maretta in maggioranza? «Il bilancio è senza dubbio l’atto più importante che un consiglio comunale si trova a discutere ed approvare ed è quello da cui derivano maggiori responsabilità per gli stessi consiglieri comunali. Ormai da tempo, la maggioranza è scompaginata e il sindaco sembra avere perso ogni autorevolezza verso la sua stessa maggioranza. La mancanza di rispetto per la città e di sensibilità per il proprio stesso ruolo di rappresentanti dei cittadini si è manifestato, in tutta la sua evidenza».

La frase dell’assessore Un concetto espresso anche da Carmine Camicia, che addirittura nel suo comunicato riporta una indiscrezione di corridoio: «Bene ha detto un assessore, che avrebbe suggerito di sciogliere il Consiglio e ritornare al voto». Anche per Camicia sarebbe questa l’unica soluzione «per liberare il sindaco da una situazione molto difficile e imbarazzante dandogli la possibilità di ritornare al suo lavoro poiché l’esperienza di sindaco ormai per lui è al termine. Questo è il risultato di chi dall’inizio dalla legislatura ha voluto governare solo con qualche conoscente e con l’appoggio esterno della sinistra», conclude, riproponendo la tesi dell’accordo sotto banco.

Varasano con Guaitini

Varasano: «Pura casualità» Si scorrono i nomi dei cinque assenti per capire la natura della loro assenza: mal di pancia o reale casualità? «Voglio pensare che non sia una strategia – dice Varasano a umbriaOn – anche perché le persone che sono mancate oggi sono consiglieri sempre molto ligi al proprio dovere. Ad esempio la consigliera Luciani, nonostante sia mamma di un neonato, è sempre presente. Oggi è mancata evidentemente perché ha avuto un problema e poi si è pure scusata. Penso poi al consigliere De Vincenzi, che è anche consigliere regionale: oggi aveva seduta e lo sapevamo. Poi un paio hanno avuto contrattempi professionali, che possono capitare. Fossero mancati quelli che ogni tanto avevano avuto dei ‘mal di pancia’ o sono un pochino distratti, potrei pensare ad una strategia, ma stavolta no», conclude il presidente del consiglio comunale.

100 euro per 5 minuti Infine c’è anche chi sottolinea l’aspetto economico: Michele Guaitini, rappresentante dei radicali, fa notare con un post su Facebook che ancora una volta, per 5 minuti, i consiglieri presenti prenderanno il gettone di presenza, che ammonta a circa cento euro lordi. «Purtroppo questo dice il regolamento – ammette Varasano – salvo che, come già accaduto in passato, siano gli stessi consiglieri a rinunciare: sarebbe un bel gesto».

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