Perugia e Terni perdono negozi. Più bar e ristoranti ma cala la qualità

Mencaroni (CamCom): «Dati falsati perché friggitorie e ristoranti hanno stesso codice Ateco»

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L’Osservatorio sulla demografia d’impresa nelle città italiane e nei centri storici della Camera di commercio certifica quanto si sospettava da tempo: sia Perugia che Terni soffrono per la perdita di negozi nei centri storici.

Crescono bar e alberghi (nonostante la pandemia)

A Perugia si è passati dalle 274 imprese commerciali del 2019 alle 266 del 2021 (-2,9%). Leggero aumento fuori dal centro storico: 1160 attività del commercio nel 2019, 1163 nel 2021. Positivo l’andamento delle attività turistico ricettive: nel centro storico bar, ristoranti e alberghi erano 229 nel 2019, 239 nel 2021 (+4,3%). Fuori dal centro storico stesso trend: 575 imprese del comparto ricettività-ristorazione nel 2019, 589 nel 2021 (+2,4%). Dinamiche analoghe anche a Terni: nel centro storico le attività commerciali sono passate dalle 334 del 2019 alle 328 del 2021. Fuori dal centro storico i negozi erano 817 nel 2019, 828 nel 2021. Anche a Terni il settore ricettività-ristorazione ha avuto un piccolo incremento: nel centro storico i bar, alberghi e ristoranti erano 154 nel 2019 e 156 nel 2021. Fuori del centro storico: 332 nel 2019 e 341 nel 2021. 

Il problema dei codici Ateco

«Uno dei problemi è che l’Istat fa confluire attività piuttosto eterogenee dentro lo stesso codice Ateco: dai ristoranti veri, i più penalizzati, alle friggitorie ai take away e così via. E c’è anche una crescente quota di bar che si è trasformata, spinta alle nuove regole anticovid, da esercizi senza somministrazione a esercizi con somministrazione. Dietro una sostanziale tenuta complessiva del numero delle imprese – evidenzia il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni – c’è in realtà un cambiamento profondo del volto stesso delle nostre città e, soprattutto, ci sono tanti fattori che costituiscono una minaccia per la loro vitalità, come la progressiva diminuzione nei centri storici dei negozi che soddisfano esigenze di consumo tradizionali: abbigliamento, calzature, libri, giocattoli».

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