Perugia, facce da (parziale) riapertura

Viaggio fra i negozi che riaprono dopo l’ultimo Dpcm che dà il via libera a librerie ed attivitè commerciali per bambini

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di P.C.

Librerie e negozi per bambini hanno riaperto in quasi tutta Italia, con l’eccezione di alcune regioni dove l’emergenza è ancora forte (come la Lombardia e il Piemonte) o dove i governatori hanno deciso di tenerli chiusi (le librerie in Campania).

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

Negozi pieni

Ma le regole sulle riaperture non sono uguali per tutti e orientarsi fra le ordinanze non è semplice. Così, per capirci di più siamo andati in due punti vendita del perugino. A colpire è stata l’ansia da parte dei clienti di fiondarsi all’interno dei punti vendita fin dalle prime ore del mattino. Comprensibile per le neomamme o per le future mamme, che stanno preparandosi per andare a partorire. Sorprendente per le librerie, dove l’affluenza è se possibile ancor più massiccia.

LE INTERVISTE IN LIBRERIA – VIDEO

Nel perugino riaperture a singhiozzo

A Perugia le librerie si stanno muovendo in ordine sparso: c’è chi ha riaperto del tutto, chi riapre solo poche ore, chi si appresta a farlo nei prossimi giorni, chi ha deciso di non farlo proprio, in attesa della fine del lock down. Per i libri i canali di vendita a distanza sono rimasti attivi e le più grandi di fatto non hanno mai smesso. Ma per le piccole è più difficile e infatti – racconta l’Ansa – in molti si lamentano: «Se la gente non può uscire è quasi inutile», hanno dichiarato i titolari di alcune cartolibrerie folignati.

In libreria per Bauman

All’esterno della Libreria Grande – fra Ponte San Giovanni e Collestrada – incontriamo un ragazzo albanese che aveva prenotato un testo di Bauman, il filosofo della ‘Modernità Liquida’. Una ragazza cerca Freud e Schopenhauer per la scuola. Poi un uomo sulla cinquantina, che saluta il proprietario come un vecchio amico e racconta che ha finito tutti i libri. Ci raccontano che fin dai primi minuti dopo la riapertura al pubblico (con tutte le precauzioni del caso: all’ingresso ci sono guanti in lattice e gel detergente) sono entrati numerosi clienti: il primo alle 9.30; un docente che aveva bisogno di un volume per preparare le sue lezioni a distanza.

Le partorienti senza corredo

Discorso simile per i negozi che vendono articoli per i neonati e per le neomamme. Da ‘Universo Bimbo’ a Ponte San Giovanni finora avevano aperto a singhiozzo ma solo per generi di prima necessità. Sì a latte e pannolini. No a vestitini. Il perché è difficile spiegarselo, visto che una volta entrati in un negozio tanto vale far comprare ciò che serve. E poi perché, a loro modo, anche i vestitini per bambini sono generi di prima necessità: «Appena nati crescono velocemente e serve un rapido ricambio», ci raccontano.

Le altre aperture

In questi giorni ripartono le attività forestali e l’industria del legno. In Umbria sono oltre 300 le aziende del settore. Ma anche qui ci sono distinguo e perplessità: se la filiera è ferma, difficile vendere. Inoltre ci sono i calendari: di norma l’attività silvicola è consentita fino al 15 aprile (cioè si dovrebbe fermare il giorno dopo la riapertura). Polemiche su questa tempistica e in tanti chiedono una proroga.

Lockdown soft

Per la cronaca riaprono anche le aziende che producono computer. Ma non chi li aggiusta. Anche questo un piccolo controsenso. Ma al momento ci si accontenta. Sono i primi spiragli nel lockdown da coronavirus, previsti dal Dpcm del 10 aprile. Per gli altri, la serrata pressoché totale resta in vigore fino al 3 maggio. Nel frattempo, occorre capire le ordinanze regionali, che sono tante e spesso in controtendenza con quelle nazionali.

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