Dopo l’elezione a segretario generale di Filippo Ciavaglia e l’ingresso in segreteria di Roberto Panico, accanto alla già presente Patrizia Venturini, la Camera del lavoro di Perugia ha completato il percorso di riorganizzazione. Ciavaglia avrà il ruolo di rappresentanza generale; a Panico spetteranno invece i compiti relativi all’organizzazione e ai rapporti con il sistema servizi ,dal quale proviene; mentre Venturini si occuperà di politiche attive del lavoro, formazione e istruzione.
La struttura Accanto ai tre segretari opereranno poi altri quattro dirigenti: Katia Felicini (amministrazione), Alessandro Piergentili (stato sociale, salute, diritti e pubblica amministrazione), Ulisse Mazzoli (Dipartimento economico, settori produttivi) e Mauro Moriconi (Politiche ambientali, territoriali e della sicurezza sul lavoro). Piergentili, Moriconi e Mazzoli avranno anche la responsabilità delle tre zone in cui è diviso il territorio della Camera del Lavoro: Alta Umbria (Piergentili); Media Valle del Tevere – Lago Trasimeno (Moriconi); Bastia Umbra – Foligno – Spoleto – Valnerina (Mazzoli).
Il segretario «Il nuovo assetto della Camera del lavoro di Perugia – spiega il segretario generale, Filippo Ciavaglia – si pone l’obiettivo di rilanciare una forte azione sui territori, sviluppando la contrattazione inclusiva, per raggiungere e tutelare sempre di più tutte quelle lavoratrici e quei lavoratori che oggi facciamo fatica ad intercettare, perché non inseriti nelle classiche dinamiche del lavoro dipendente. Con la contrattazione sociale, invece, vogliamo riuscire sempre di più a difendere i diritti e le condizioni di vita di tutte le cittadine e i cittadini del nostro territorio».
Sciopero in vista Ma oltre alla contrattazione, «la Camera del lavoro di Perugia si prepara ad un autunno di mobilitazione, che porterà molto probabilmente anche ad uno sciopero generale tra ottobre e novembre. Sono troppi gli elementi di criticità che pesano sulle spalle di lavoratrici e lavoratori – continua Ciavaglia – jobs act, pensioni, scuola, tagli ai servizi pubblici e crisi industriali, con una legge finanziaria che si preannuncia già lacrime e sangue: è evidente che non staremo con le mani in mano. Per questo vogliamo subito aprire una fase di forte presenza sui territori per ascoltare le esigenze della nostra gente e preparare le azioni opportune da mettere in campo».