Perugia, la Lega contro l’educazione Lgbt

Conferenza stampa a Palazzo Cesaroni contro la legge regionale

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«Siamo di fronte alla più totale illegittimità. Quello che, grazie alle nostre battaglie, era stato eliminato dalla legge regionale non può rientrare dalla finestra, attraverso un protocollo». Il riferimento fatto dai vertici Lega in conferenza stampa è al protocollo applicativo sulle discriminazioni sessuali che la giunta Marini ha recentemente inviato ad importanti realtà territoriali e regionali chiedendone la sottoscrizione ma che si discosta molto da quanto varato dal consiglio regionale nell’aprile 2017 dove si escludevano gli studenti dall’indottrinamento diretto della teoria gender.

LA RISPOSTA DELL’ASSOCIAZIONE AGEDO TERNI

Tutti contro la legge

Un momento della conferenza

«Quella legge – ha ricordato il segretario nazionale Lega Umbria, Virginio Caparvi – nulla consegna alle reali priorità del cittadino. È la solita marchetta politica indirizzata ad una cerchia dell’elettorato. Lascia basiti che in questa regione con tutti i problemi che ci sono, la giunta provi a nascondere dietro un concetto estremamente condivisibile come quello della discriminazione, idee che lo sono meno». «Con questo protocollo – ha precisato Simone Pillon – si vuole fare in modo che alcune associazioni come Omphalos o Arci Gay vadano direttamente a fare educazione sessuale agli studenti. La Legge approvata in consiglio regionale lo escluse (il riferimento è all’art 3della L.R. 3 del 2017 dove si cita solo il personale docente e i genitori ma non i bambini), mentre nel protocollo si scavalca, si stralcia, si mette sotto i piedi quanto definito dalla massima assise regionale e si prevede un rapporto diretto tra certe associazioni e gli studenti, ledendo anche l’art 30 della Costituzione per cui la responsabilità educativa dei figli è posta in capo ai genitori. Un protocollo non può derogare ad una legge regionale che l’ha generato – ha concluso Pillon – siamo di fronte alla più totale illegittimità».

Tutti contro la legge

«Nel 2020 ci sarà, come auspichiamo, un cambio nell’amministrazione regionale e leggi come queste verranno immediatamente cancellate – ha precisato il consigliere regionale Valerio Mancini – basta con osservatori, norme inutili, iniziative ideologiche. Immaginiamo una scuola in cui si educa e in cui gli attori del progetto educativo sono le famiglie e gli insegnanti e nessun altro. Invitiamo quindi tutti i sindaci e non firmare il protocollo inviato dalla Giunta, quel documento che deve restare nei cassetti. Annuncio che dopo Todi, presenteremo anche nei Comuni di Città di Castello e Umbertide una mozione per l’istituzione della giornata della famiglia tradizionale. Quella del 2017 è una legge iniqua, la Regione Umbria dovrebbe avere un approccio diverso alla sicurezza educativa, ai comportamenti degli studenti. Questa legge invece mette l’accento solo su alcuni discriminati, dimenticando gli altri e dimostrando scarsa fiducia nei confronti del corpo docente, che invece svolge attività di prevenzione verso il bullismo e le azioni discriminatorie».

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