di Giovanni Cardarello
Disordini, botte e lanci di petardi. È questo l’urticante bilancio di quanto avvenuto a ridosso dello Stadio Renato Curi nel prepartita del match Perugia-Rimini. Match che, per la cronaca, si è chiuso sullo 0-0. Un prepartita nel quale le due tifoserie sono entrate a contatto. Il tutto ha preso il via quando i tifosi del Rimini hanno iniziato a lanciare oggetti nei confronti di quelli del Perugia. Il fatto è accaduto a circa un’ora dall’inizio della sfida.
Maxirissa
Si è scatenata così una maxirissa, durata diversi minuti, prima che le forza dell’ordine fossero in grado di separare i due gruppi. Opposta la versione dei riminesi. Come riporta l’edizione online del Resto del Carlino i tifosi romagnoli sostengono di essersi attivati solo dopo che una bomba carta ha colpito i loro pulmini. Di tutto questo, ovviamente, si occuperanno le indagini e i risconti delle forze dell’ordine. Forze dell’ordine, che peraltro, stigmatizzano con forza i fatti. E lo fanno per bocca di Giacomo Massari il segretario provinciale del SIAP, Sindacato Italiano Appartenenti Polizia, della provincia di Perugia. «È inaccettabile – sottolinea Massari – il comportamento da incivili di gruppi contrapposti di tifosi che, prima della partita Perugia-Rimini. Tifosi – sottolinea il sindacalista – che sono venuti in contatto creando il caos e mettendo a repentaglio l’incolumità dei colleghi presenti. Poliziotti che erano lì per compiere il proprio lavoro, ovvero tutelare tutti i tifosi e garantire il regolare svolgimento della partita, che dovrebbe essere un bel momento di sport e di fair play. Con il rischio – chiosa Massari – che qualcuno potesse farsi male sul serio. Non solo tra gli agenti».