Grifo, Santopadre: «Ci salviamo e mi faccio un altro tatuaggio»

Perugia, il presidente carica l’ambiente alla vigilia della partita decisiva per la permanenza in serie B

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Il tatuaggio del Grifo sul braccio del presidente del Perugia diventa la notizia centrale della sua conferenza stampa, alla vigilia della partita decisiva sulla permanenza in serie B della squadra biancorossa.

Non siamo retrocessi

«Mi sembra doveroso metterci la faccia – ha esordito Santopadre -e il primo messaggio è questo: non siamo retrocessi, questo il messaggio che voglio dare a tutto l’ambiente. Ci ho messo faccia, cuore e soldi, lo continuerò a fare, ma solo dopo la partita di venerdì ci sarà tempo per fare i processi. Sapete la mia storia, ancora una volta devo lottare per tirarmi fuori dalla merda. Ci sono sconfitte e momenti difficili, l’importante è l’obiettivo e ora non dobbiamo retrocedere. Ci dobbiamo credere, non voglio sentire pessimismo».

Il Grifo sul petto

«La contestazione è salutare, i tifosi venuti a Cascia hanno fatto un discorso da uomini, purtroppo dopo un grande primo tempo abbiamo perso. Quello che fa male non è la contestazione ma essere scaricato cosi da chi mi dice che non sono degno di portare il Grifo sul braccio. Io invece vi dico che lunedì me lo tatuo anche sul petto e che lo porto con dignità. Il Perugia non morirà oggi, né domani né dopo il 14 e io sarò comunque qui anche il 15, il 16 e il 17. Il Perugia ha una storia di cui io faccio parte perché lo amo come e più di voi, lo amo più di quelli che mi hanno scaricato. Il Perugia per me è una ragione di vita, non una scommessa».

La conferenza di Santopadre (video)

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