Perugia, si allarga il ‘caso’ impianti sportivi

Non solo PalaEvangelisti: chiesta una ricognizione di tutte le strutture. Al vaglio nuovi criteri di assegnazione

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di M.L.

Lo sport non va mai in vacanza e in una città con più di cento impianti di proprietà pubblica ha bisogno anche di una casa sicura. Ad oggi, però, la situazione generale degli impianti più importanti con ‘rilevanza economica’, galleggia in un limbo.

Nuovi criteri di assegnazione La situazione del PalaEvangelisti sembra essere solo la punta di un problema più ampio, tanto che, nella giornata dell’11 agosto i consiglieri PD Borghesi e Mirabassi hanno presentato un ordine del giorno avente come oggetto: ‘Ricognizione degli impianti sportivi e relazione sulle convenzioni in essere’, che mira ad avere un quadro dettagliato e un’accurata individuazione delle strutture, da inserire in una relazione generale che individui nuovi criteri di assegnazione.

Risorsa economico-culturale La richiesta si concentra in particolare sulla possibilità di individuare le istanze preparatorie che trasformino il patrimonio comunale in una risorsa economico-culturale e non solo in una possibilità di profitto da parte dei futuri gestori. Gli impianti in questione sono tanti e quelli più rilevanti – piscina Pellini, campi da baseball, calcio e rugby di Pian di Massiano – necessitano di assegnazioni specifiche che ne valorizzino le potenzialità.

Crisi Darvin Gli impianti erano assegnati fino al 2017 ma la crisi parte da lontano, dalla fine del 2013, quando Darvin per evitare il distacco delle utenze, costrinse il Comune ad impegnarsi a pagare le bollette, scalando poi gli importi (nel 2014 circa 3 mila euro) dal corrispettivo annuale, circa 250 mila euro. Le cause della crisi sono varie e vanno dai conti non saldati da parte di alcune società sportive, al -25% degli introiti da attività, fino alla crescita del 30% del costo delle utenze. Nonostante il contributo del Comune sia cresciuto due anni del 4,5%.

Riassegnazione e nuovi criteri Ora palazzo dei Priori deve trovare una soluzione non solo per la ‘casa del volley’, ma anche e soprattutto per tutti gli altri impianti, così come richiesto dall’opposizione: «Un’accurata ricognizione degli impianti sportivi, una revisione e supervisione di tutte le convenzioni in essere, la redazione di un rapporto sullo stato delle strutture, sulla manutenzione effettuata e non, sui prezzi che le società richiedono agli utenti e sullo stato di tutte le attrezzature all’interno delle strutture stesse. Una relazione da illustrare nella commissione competente per materia, delle ricadute e delle modifiche, allo stato attuale dei fatti, che comporterà l’approvazione del regolamento». Ora la palla passa all’assessore Prisco e che il ‘gioco’ abbia inizio.

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