Perugia, spacciatore arrestato dalla polizia

Un tunisino con tanti nomi e altrettanti precedenti finisce nel carcere di Capanne

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Lui si chiama Dridi Sami, ma la polizia lo conosce anche con i nome di Hidoussi Sofian o Tarhouni Anoir. Tunisino quarantunenne, pluripregiudicato e coniugato con una perugina, per le varie vicende criminali delle quali si è reso protagonista fin dal suo arrivo a Perugia, era stato accuratamente e per diverso tempo ‘osservato’ e monitorato dagli uomini dell’antidroga della squadra mobile, diretti da Marco Chiacchiera, nel corso di un’operazione antidroga di circa 10 anni fa denominata ‘Pollicino’.

L’operazione ‘Pollicino’ si riferisce ad un gruppo ‘misto’, dedito al traffico di sostanze stupefacenti e composto da soggetti di origine magrebina, nigeriana e da complici italiani, per un totale di 15 persone. Tutti gli indagati sono attivamente impegnati nell’introduzione, nella preparazione, nel confezionamento e nella cessione al dettaglio di eroina e cocaina, in varie zone della città, secondo uno schema organizzativo estremamente efficace, basato su un continuo interscambio di stupefacente o di cessioni, per cui un cliente, nel caso in cui il pusher fosse al momento sprovvisto, veniva comunque soddisfatto rivolgendosi ad un ‘collega’ corrispondente, magari operativo su un’altra zona della città, ma prontamente reperibile all’occorrenza: una sorta di società ‘cooperativa’ dello spaccio.

Dridi Sami Il tunisino, era ai vertici della compagine maghrebina dell’organizzazione criminale, particolarmente impegnato nel reperimento, nel confezionamento e nel successivo spaccio delle dosi, che distribuiva tra San Marino, Via Eugubina, Ponte Rio e Ponte Felcino, facendo base nell’abitazione della propria compagna, perugina, a Montelaguardia. Gli impegni del trafficante erano intensissimi e comunicava con i suoi collaboratori e corrispondenti atraverso varie utenze telefoniche cellulari, di volta in volta dismesse e sostituite, sostituendosi spesso ad essi nelle cessioni o chiedendo loro di fare altrettanto, sia al fine di sopperire alle contingenti carenze di sostanza stupefacente, sia per eludere e confondere le attività della polizia, ma evidentemente senza successo.

Le indagini La ricostruzione operata dalla squadra mobile, infatti, ha permesso di delineare chiaramente la consistenza del sodalizio criminale e di deferire 15 soggetti, quasi tutti in custodia cautelare se non arrestati in flagranza nel corso dei vari recuperi di droga effettuati. Dridi, in particolare, era stato arrestato in sei diverse occasioni, nel corso di questa e di altre indagini della Polizia.

L’arresto Nel pomeriggio di lunedì, è scattato il blitz a cura degli uomini della prima sezione ‘Criminalità organizzata’, diretti da Piero Corona che, lo hanno sorpreso a Perugia ed accompagnato in questura, dove gli è stato notificato un provvedimento esecutivo per la carcerazione, emesso dalla procura generale della Repubblica presso la Corte di appello di Perugia, per il quale dovrà scontare ben 5 anni e 4 mesi di reclusione a Capanne, nonché pagare una multa di 20 mila euro.

 

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