Perugia, storia di Luca podista non vedente

Le imprese di Aiello e del suo ‘coach’ Guido Genovese a ‘Testimonianze dall’Umbria’. Storie di sport e di passioni intergenerazionali

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«Non sono nato cieco, lo sono diventato progressivamente. Un brutto giorno è apparso davanti ai miei occhi un cartello bianco, è da allora è sempre così». Luca Aiello, 45 anni, sposato, una moglie psicologa e due figli adolescenti, un lavoro in una segreteria degli uffici della Regione Umbria e tanta voglia di far sapere a tutti «che la vita è bella nonostante questa grave limitazione».

Il sogno di Luca Aiello: diventare un Ironman

 

Imprese figlie del coraggio Ma Luca Aiello è un uomo dalle cento risorse. «La svolta è avvenuta otto anni fa, quando un amico mi ha proposto di cominciare a correre. Mi disse che dovevo metterci solo la passione, al resto avrebbe pensato lui». Quell’amico speciale si chiama Guido Genovese, piccolo imprenditore edile che ha dato un senso ancora più grande alla sua vita. Ora lui e Luca sono un tandem affiatato che ha già realizzato imprese epiche. Aiello ha già partecipato a sei maratone di New York e dei suoi progetti ne parlerà, con l’immancabile coach al suo fianco, nella trasmissione ‘Testimonianze dall’Umbria’ in onda su Tef Channel (canale 112) martedì 6 marzo alle 20.30 (replica mercoledì alle 19.30 ).

«Un esempio» Con loro in studio, il giornalista-maratoneta Antonello Menconi. «Magari sarò di parte perché amo il podismo da quando ero un ragazzo – racconta – ma le performance di Luca vengono sottovalutate dai media, quando invece lui rappresenta un esempio per tanti che sono nella sua condizione». Passioni che nello sport si esaltano e che animano Laura Gibbs e Federico Ambrosi, anche loro protagonisti del programma condotto da Mario Mariano.

Generazioni di sportivi Laura, già ballerina di danza classica e ora insegnante, ha trasmesso la passione per una disciplina sportiva impegnativa alle tre figlie, facilitata anche dallo stesso desiderio che anima il marito Alex Gibbs, calciatore professionista per alcuni anni ed ora attaccante del Tavernelle. La passione che passa il testimone dello sport anche nel caso di Ambrosi: «Mio zio Enio è stato un vero pioniere del motociclismo degli anni ’50 e ’60, un protagonista di un periodo dove non esistevano ancora gli sponsor, le grandi case costruttrici, dove erano gli stessi atleti a costruire le moto. Ho ereditato la sua passione e visto che in casa si è sempre respirata aria di motori, adesso il testimone è passato a mio figlio Alessandro. È lui a scendere in pista e i risultati sono più che confortanti».

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