Via libero definitivo, e senza sorprese, per le manovre correttive improntate dalla giunta Romizi dopo i rilievi della Corte dei Conti sui rendiconti di gestione 2014 e 2015.
La manovra Farmacie salve, come già anticipato nei giorni scorsi, mentre si procederà alla dismissione del pacchetto di quote pubbliche del Minimetro, di cui il comune è proprietario al 70%. Dopo il passaggio in consiglio comunale, dove il pacchetto è passato con i voti favorevoli della maggioranza, ora toccherà di nuovo alla magistratura contabile esprimersi sui ‘correttivi’ che la maggioranza ha improntato per risistemare le casse di palazzo dei Priori ‘martoriate’ dalle frequenti anticipazioni di tesoreria non restituite, dall’utilizzo dei fondi vincolati e dalle criticità relative alle riscossioni.

Minimetrò Tra le misure più criticate dalle opposizioni, una volta caduta l’ipotesi di mettere in vendita le farmacie comunali, c’è quella della dismissione delle quote del Minimetrò spa. «Una svendita solo per fare cassa» aveva tuonato la capogruppo del Movimento 5 stelle Cristina Rosetti che, sul tema, ha promesso battaglia con una diffida alla vendita che sarebbe in arrivo negli uffici del sindaco Romizi. «Una misura pericolosissima – aggiunge la capogruppo – che ci toglierebbe ogni potere di controllo sulla Società e che lascerebbe al socio industriale qualsiasi libertà di manovra in ordine alla gestione dell’infrastruttura; così la pensano peraltro ben otto dirigenti del Comune di Perugia, interrogati a più riprese sul tema della vendita. E, allora, se la quota si vende è solamente per salvare la faccia di Romizi e coprirne il buco».
Busitalia Sui possibili acquirenti gira voce che potrebbe essere direttamente Busitalia a incamerare le quote del comune per una gestione integrata del trasporto pubblico regionale in capo a un unico gestore. «Un regime di monopolio», secondo la Rosetti che annuncia di voler andare a fondo, dal momento che, a norma di legge, il servizio dovrà essere messo a bando. Le altre soluzioni, invece, dovrebbero andare nella direzione di velocizzare le riscossioni, riallineare entrate e spese..

Giudizio negativo, come anticipato in commissione, anche dall’opposizione Pd che sottolinea come, per la prima volta nella storia del comune, la giunta Romizi sia finita sotto la lente della magistratura contabile che ha richiesto azioni straordinarie sul bilancio e chiarimenti sulla gestione finanziaria. «Da novembre ad oggi – scrive in una nota il Partito democratico – non si è mai riunita la commissione bilancio o il consiglio comunale per condividere le scelte che il sindaco e la giunta avevano intenzione di portare avanti. Solo a pochi giorni dalla scadenza dei termini si è chiesto di votare, senza possibilità di incidere, la preconsiliare approvata in giunta lo scorso 29 dicembre».
Fallimento totale «La deliberazione della Corte dei Conti rappresenta il fallimento dell’operato di Romizi e della sua Giunta. Non solo le tasse non sono state ridotte, ma ci troviamo davanti ad una situazione allarmante e ci chiediamo: c’era bisogno di una diffida della Corte dei Conti per prendere provvedimenti? Dall’analisi del documento si evincono grosse criticità per quello che concerne il bilancio comunale: in particolar modo la criticità più rilevante è rappresentata dalle anticipazioni di cassa e dai conseguenti interessi passivi che il Comune è costretto a pagare a causa del costante e reiterato ricorso alle anticipazioni. Nel 2013 gli interessi passivi ammontavano ad una cifra irrisoria pari circa a 4500,00 euro, dal 2014, inizio del mandato del Sindaco Romizi, gli interessi passivi hanno superato ogni anno abbondantemente il milione di euro per un totale di 3 milioni e 500 mila euro bruciati in interessi».
Operazioni spot, secondo l’opposizione, che non serviranno, coi pochi introiti che faranno entrare nelle casse comunali, per arginare la crisi di bilancio. «Il sindaco Romizi e la sua Giunta continuano a vivere alla giornata senza progettare il futuro della città, si continua ad amministrare senza governare Perugia mentre i problemi nuovi si accumulano e i vecchi si acuiscono»