Perugia, Minimetrò: ‘diffida’ del M5S

Scontro in commissione sulle manovre correttive ai richiami della Corte dei conti. «Vendere le quote e mantenere contratto di servizio è un rischio»

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Passaggio obbligato in commissione, venerdì mattina, per la preconsiliare contenente le misure correttive dopo i rilievi della Corte dei conti che aveva dato 60 giorni di tempo per studiare un piano di risanamento dei conti. Illustrate ai consiglieri comunali le manovre che entreranno in vigore già a partire dagli esercizi 2018-2020 e che riguardano, tra le altre, la cessione delle quote del Minimetrò e la vendita di altri immobili pubblici.

‘Sindaco scorretto’ Uno sgarbo istituzionale, ha tuonato la capogruppo del M5S Cristina Rosetti, l’aver sbandierato sui giornali le misure decise in giunta prima di rendere note le stesse al consiglio comunale, anticipando una seduta di commissione piuttosto calda. «E’ stata una scorrettezza quella fatta dal  sindaco – ha ribadito la Rosetti – questo è il bilancio del comune di Perugia, non il bilancio del sindaco Romizi. Chiedo al capogruppo di Forza Italia di sapere cosa è stato detto in quella riunione e di darci tutte le informazioni che mancano per votare questo atto». Approvata, appunto, prima della fine del 2017, la preconsiliare cerca di tamponare sui rilievi mossi dalla magistratura contabile circa le anticipazioni di tesoreria non restituite al termine degli esercizi 2014, 2015 e 2016 e l’utilizzo di fondi vincolati non ricostituiti al termine dei medesimi esercizi. Ci sono poi criticità relative alla capacità di riscossione, utilizzo di entrate straordinarie per la realizzazione degli equilibri di parte corrente, criticità relative ai contratti derivati e perdite inerenti la Società partecipata Sase spa.

Tra le misure, nessuna vendita delle farmacie comunali ma dismissione delle quote del Minimetrò, aste immobiliari sul patrimonio comunale, per recuperare, solo con la prima annualità del Pavi, circa 12 milioni di euro, rottamazione cartelle per il recupero dell’evasione fiscale e la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà sui terreni nei quali sono stati realizzati immobili di edilizia residenziale pubblica. Le misure sono state illustrate per la prima volta in una commissione consiliare in diretta streaming che, però, è stata interrotta presidente in carica del Pd Emanuela Mori dopo l’intervento del dirigente ai servizi finanziari Dante De Paolis perché il M5S stava riprendendo in diretta su Facebook l’intervento. Tutto rimandato, dunque, al prossimo lunedì 8 gennaio.

Perplessità Intanto, però, sono venute a galla numerose questioni spinose. Perplessità da parte dell’opposizione, sulla vendita degli immobili, le cui aste sono andate più volte deserte in passato e, soprattutto, sulla vendita del Minimetrò, caldamente ritenuta ‘insidiosa’ anche dagli uffici comunali. «Una vendita delle quote che non significa vendere l’infrastruttura – ha precisato la capogruppo Rosetti – ma solo vendere per fare cassa, che significa perdere il controllo della società ma fa rimanere in essere il contratto di servizio, con otto milioni in carico al comune. Con un rischio: che potrebbe tornare in auge l’idea di una seconda tratta Pincetto-Monteluce e costringere il comune a un ulteriore contratto di servizio. Dov’è allora il vantaggio?». In arrivo, dunque, per l’amministrazione Romizi, una diffida dei 5 stelle a non procedere con questa idea.

Anticipazioni e entrate straordinarie «Tre milioni e mezzo di interessi, bruciati negli ultimi anni per le anticipazioni di tesoreria che devono essere azzerate. Entrate di carattere straordinario che non possono essere messe a bilancio, come l’evasione fiscale e le sanzioni al codice della strada per cui il comune mette a bilancio 6 milioni e, se poi va tutto bene, se ne recupera sì e no un 50%» ha proseguito, ancora, la capogruppo che ha promesso di continuare a dar battaglia sul documento. Intanto, dagli uffici fanno sapere che dopo la votazione da parte del consiglio le misure verranno inviate alla Corte dei Conti che, entro 30 giorni, dovrà esprimersi sulla congruità delle stesse. Successivamente si aprirà la fase attuativa delle misure. In merito alla situazione dell’anticipazione di tesoreria hanno poi chiarito che, nel corso del 2017, è nettamente migliorata, con una riduzione di oltre il 40% anche per ciò che riguarda le somme non restituite che scendono da 23 a 13 milioni.

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