Perugina: «No a ‘fughe’ in avanti della Nestlé»

Nuova assemblea dei lavoratori nei prossimi giorni. La rsu: «Sbagliato parlare di esuberi ad un anno dal piano di rilancio»

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Una strategia «frettolosa e controproducente». E’ come una ‘fuga in avanti’ senza senso quella della Nestlé a un anno dall’accordo siglato con i sindacati sul progetto di rilancio della confiserie.

L’incontro Ci sarà, dunque, una nuova assemblea con i lavoratori. A dichiararlo sono le Rsu di Perugina dopo l’incontro che si è svolto martedì, nella sede di Confindustria, tra la multinazionale svizzera e i sindacati, sul progetto di rilancio promosso nell’aprile del 2016 del comparto ‘confiserie’. Nuova rete di vendita, nuovo assetto tecnologico in fabbrica per aumentare produttività e qualità delle produzioni e una nuova gestione «che dovrà rappresentare un’ennesima vetrina del valore aggiunto del marchio Perugina».

Il piano Sul tavolo, per i prossimi tre anni, anche il nuovo contratto di fornitura siglato tra Nestlé e Froneri per la produzione dei biscotti per il gelato Maxibon della durata di tre anni e con un quantitativo iniziale di circa 930 tonnellate. «Continua poi – dichiarano le rsu -il buon andamento del Bacio e delle tavolette, sia sul mercato interno che sull’export, con un aumento del 44% che, però, non si traduce in volumi tali da assicurare un conseguente aumento produttivo». Il piano di rilancio e di rafforzamento del brand Bacio e Perugina, dunque, va avanti.

I numeri Richiamando le linee guida dell’accordo, però, l’azienda ha presentato un progetto di riassetto organizzativo degli organici «definendo dei numeri in maniera unilaterale. Una fuga in avanti – spiegano le rsu – perché a un anno dal termine dell’accordo è prematuro parlare di numeri e controproducente perché si tradisce lo spirito e il contenuto dell’accordo che parla di condivisione e step di verifiche continui».

Esuberi «La scelta di valorizzare il nostro ruolo di protagonista, in questa preoccupante fase della vita della nostra fabbrica, è figlia di una consapevolezza mai negata del problema esuberi, non a caso negli ultimi 5 anni abbiamo sempre fatto uso di ammortizzatori sociali, rispetto al quale però l’accordo del 7 aprile doveva e deve essere, a nostro avviso, ancora un valido strumento alternativo, che nulla ha a che fare con la frettolosa soluzione che ha presentato l’azienda. Non accettiamo numeri preordinati, lo sforzo comune deve rendere questa fabbrica competitiva ed efficiente, non accettiamo l’idea che 60 milioni di investimenti possano essere irrilevanti rispetto ai livelli occupazionali; questa fabbrica ha bisogno di volumi e nuove produzioni».

Assemblea Se ci dovesse essere bisogno, dunque, le rsu sono pronte a sfidare la multinazionale svizzera, «piuttosto che subirne le scelte unilaterali». Per questo, nei prossimi giorni, sarà organizzata un’assemblea con tutti i lavoratori, per approfondire le questioni emerse.

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