Perugina, Uil difende il «modello di business»

Daniele Marcaccioli, della Uila: «Ci sono capacità produttive in altri settori»

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Il calo delle produzioni, stando al preventivo aziendale – 23mila tonnellate di prodotti, rispetto alle 24.500 preventivate – desta grande preoccupazione alla Perugina e Daniele Marcaccioli, della Uila Uil, ‘detta’ la linea.

Marcaccioli «Chi governa oggi il sito di San Sisto non deve dimenticare che la Perugina è una realtà, nel panorama Nestlé, diversa dalle altre fabbriche del gruppo e come tale va considerata. Tutte le sue specificità produttive vanno tutelate e salvaguardate. È come avere delle fabbriche di medie dimensioni in un’unica più grande».

Diversificare Secondo Marcaccioli «è vero che il cioccolato Perugina lo fa e bene e su questo deve concentrarsi. Non a caso la qualità dei prodotti di San Sisto a livello industriale è una delle migliori in assoluto e in questo scenario lo stabilimento perugino può dire la sua, ma ci sono anche le capacità produttive in altri settori quali biscotti e caramelle, cosiddetti contro stagionali, o spazi per accoglierne altri».

Tutelare i lavoratori Nell’accordo di solidarietà sottoscritto l’anno scorso, dice ancora Daniele Marcaccioli, «abbiamo assunto un obbligo reciproco, nel rispetto delle parti: tutelare le risorse umane attualmente presenti in fabbrica e l’apparato impiantistico dello stabilimento con le conseguenti produzioni. Per noi è imperativo rispettare tale patto fra le parti e far sì che in questo lasso di tempo, ‘comperato in quell’accordo’, indicativamente sino al 2018, la Nestlé metta in campo tutte le risorse manageriali per trovare le soluzioni e riportare produzioni a San Sisto o incrementare le attuali».

La sfida Il sindacato, conclude il segretario di Uila Perugia, «su tale sfida ci siamo ma non vogliamo, e su questo ci opporremo con tutte le forze, che qualcuno cerchi di rivedere il modello di business dolciario dello stabilimento di San Sisto in peggio e non in meglio rispetto alla situazione attuale».

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