Picchiata e violentata, marito condannato a 7 anni. La difesa: «Differenze culturali»

La vicenda è accaduta a Ponte Pattoli. La donna ha trovato il coraggio di denunciare anni di maltrattamenti e violenze

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di Gabriele Ripandelli

Minacce, percosse e anche violenza sessuale. Uno scenario avvilente e, purtroppo, affatto nuovo per le pagine di cronaca. Da Ponte Pattoli, in provincia Perugia, arriva l’ennesima situazione tragica: un 55enne tunisino è stato condannato dal tribunale di Perugia in composizione collegiale a 7 anni di reclusione e al pagamento di un risarcimento di 25 mila euro. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo era spesso ubriaco e negli anni di abusi e maltrattamenti cercava denaro dalla moglie per poi sperperarlo alle slot machine. Spaventata dal marito, la donna – madre di cinque figli – non ha mai denunciato i fatti, nascondendo piuttosto percosse, violenze un rapporto sessuale violento.

Violenze e abusi

In altri episodi finiti sotto la lente dell’autorità giudiziaria, il 55enne – difeso dall’avvocato Sylvia Piazzoli – avrebbe preso la moglie per i capelli, sbattendola per terra. Dopo una violenza sessuale, l’avrebbe anche minacciata di lasciarla morire «perché se lo meritava». Quest’ultimo episodio risale al periodo 2015-2016, mentre quelli di maltrattamento sarebbero iniziati nel 2008 con l’aggravante di averli compiuti di fronte ai figli minorenni della coppia. La donna nel 2016 ha trovato il coraggio di chiedere aiuto e far cessare i ripetuti abusi per difendere i figli da quello che era diventato un incubo. L’uomo ha ricevuto un provvedimento di allontanamento dalla casa familiare che ha sempre ottemperato. La difesa dell’avvocato Piazzoli ha riguardato anche la «mancanza di dolo del reato, coscienza e volontà, data da differenze culturali» e il legale del 55enne ha espresso perplessità relativamente alla violenza sessuale: scontato il ricorso in appello. La donna – rappresentata dall’avvocato Maurita Lombardi – sarebbe stata presa in carico da un Centro Antiviolenza.

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