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Home » Piediluco: niente meeting e D’Aloja. «Non ci stiamo ad essere accusati dopo aver fatto il massimo»

Piediluco: niente meeting e D’Aloja. «Non ci stiamo ad essere accusati dopo aver fatto il massimo»

Terni - Gli assessori Schenardi e Maggi ricostruiscono la vicenda che ha portato all'annullamento dei due eventi remieri»

di Fabio Toni
5 Febbraio 2025
in Canottaggio, Sport
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
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«Il Comune di Terni si è speso per primo per garantire lo svolgimento del meeting e del memorial D’Aloja. Ma siccome non abbiamo alcuna responsabilità su quanto accaduto, a finire sul banco degli imputati non ci stiamo. E vogliamo ricostruire ogni dettaglio di questa vicenda».

LA FIC ANNUNCIA IL RINVIO DEL MEMORIAL E DEI MEETING A PIEDILUCO

A parlare sono gli assessori comunali Marco Schenardi (sport) e Giovanni Maggi (lavori pubblici) che mercoledì mattina hanno tenuto una conferenza stampa sui due eventi di canottaggio inizialmente calendarizzati dalla Federazione Italiana Canottaggio (Fic) per i weekend del 5 e 6 aprile (il meeting) e 11 e 13 dello stesso mese (il D’Aloja) sulle acque del lago di Piediluco.

Schenardi, Maggi, Nannurelli

Così l’assessore Maggi riepiloga la ‘prima parte’ della vicenda: «L’intervento di riqualificazione Pnrr sul centro remiero di Piediluco – spiega – è attribuito alla Federazione Italiana Canottaggio. Ogni federazione aveva la possibilità di finanziare un solo progetto Pnrr e la Fic, al tempo della presidenza Abbagnale, aveva deciso di dare seguito ad un intervento per circa 4 milioni complessivi sul polo remiero di Piediluco. Un’opera complessa, legata a precisi vincoli ambientali».

«Tutto il lavoro – prosegue Giovanni Maggi – è stato sempre condotto in piena sintonia con la Fic fin dal suo inizio. Non a casao la Federazione ha nominato un proprio consulente che ha affiancato i nostri tecnici e i progettisti esterni. E non c’è mai stato un contrasto, tutte le decisioni sono sempre state prese all’unisono. Non sono abituato ad attribuire colpe ad altri ma credo sia doveroso rispondere ad un ex assessore comunale: il progetto del centro remiero non è stato fatto da noi, così come quelli per il Camposcuola, pala DiVittorio, l’impianto Ovidio Laureti, tutti ereditati con evidenti lacune. E per Piediluco era impossibile prevedere due fasi, avremmo dovuto cambiare in corsa un contratto già stipulato e un iter ‘bilndato’».

«Appena pronto il progetto – spiega Maggi – abbiamo acquisito le osservazioni e, limitatamente alle condizioni imposte dalla Soprintendenza, abbiamo cercato di soddisfarle. Con l’inizio dei lavori ci siamo resi conto che i tempi necessari per la realizzazione dell’opera non consentivano lo svolgimento del meeting e del memorial D’Aloja e, di concerto con la Fic, è stato deciso di dare seguito a un’operazione per noi abbastanza problematica. Quando si consegna il cantiere, si consegna l’intera area e per consentire le attività federali e lo svolgimento del D’Aloja abbiamo fatto delle consegne di aree parziali, come da indicazioni della Federazione, facendo anche piccole ‘forzature’ verso l’impresa che non era affatto entusiasta. Ma la priorità era quella di risolvere i problemi. Poi la Fic ha cambiato presidente e noi non abbiamo ‘sposato’ nessuno ma sempre ritenuto fondamentale stabilire una collaborazione. Così è stato con il nuovo presidente della Fic Tizzano che aveva confermato ogni impegno per garantire l’effettuazione delle due manifestazioni a Piediluco, in questa fase transitoria e nelle successive: nessun disimpegno quindi da parte della Federazione. Anzi, si parlava di ulteriore sviluppo delle attività. Questo accadeva a dicembre».

La conferenza stampa

Il prosieguo è l’assessore allo sport Schenardi a ricostruirlo: «Così ci siamo aggiornati a gennaio per valutare alcuni aspetti tecnici del D’Aloja, sono state sviluppate tutte le problematiche, compresa quella maggiore relativa al corridoio che avrebbe permesso agli atleti di arrivare al punto di discesa in acqua, e la consegna della torre di arrivo. Circa l’indisponibilità degli spogliatoi, al Comune è stato fatto presente che si poteva ovviare utilizzando gli spazi del circolo tennis, del Clt, delle piscine e anche della Federazione. Visto l’ottimismo che regnava, io personalmente mi sono permesso di chiedere alla ditta di prendere in considerazione l’idea di consegnare le strutture la settimana prima del D’Aloja, per consentire anche lo svolgimento del meeting. E la ditta si è resa disponibile, con l’impegno di tutti a realizzare entrambi gli eventi. E così siamo rimasti».

Poi le brutte novità: «Dopo circa cinque giorni – prosegue Schenardi – ci è stato comunicato che le manifestazioni non si potevano fare per problemi agli spogliatoi delle piscine e per problemi igienico-sanitari e di immagine. Abbiamo avuto ancora una riunione con la Federazione in cui abbiamo anche noi evidenziato che gli spogliatoi delle piscine non erano messi bene – il gestore ha un incarico stagionale e nulla c’entra – e l’impegno è stato di fare tutto il possibile per sistemare gli spazi. Poi è stato rimarcato il problema delle infiltrazioni dal tetto della struttura federale e la Fic ha detto che non poteva più mettere a disposizione i propri spazi. Ma se la Fic ritiene di non avere anche al proprio interno gli standard minimi per organizzare i due eventi, non possiamo che prenderne atto: non se l’è sentita, punto. Noi eravamo preoccupati più per il meeting, che porta ‘economia’, che per il D’Aloja che è un evento soprattutto di immagine. Non abbiamo fatto alcuna polemica ma al tempo stesso non ci stiamo ad essere messi sotto accusa. Noi abbiamo fatto di tutto, forzando anche la ditta, per mettere a disposizione il centro remiero di Piediluco. Alla Fic l’unica cosa che abbiamo detto è che certe valutazioni potevano forse essere fatte prima, ma la collaborazione resta ed è totale. L’iidea federale di spostare il D’Aloja ad ottobre è stata avamzata dalla Fic che si è impegnata a potenziare il centro federale, e il Comune sarà garante verso la città. Nella nuova convenzione con la Federazione (l’attuale scade il 31 dicembre 2025) chiariremo tutta una serie di aspetti e impegneramo la Fic, in relazione all’utilizzo degli spazi, a confermare i due meeting nazionali e a creare un meeting internazionale per tutta la durata della convenzione».

Anche secondo Giovanni Maggi «con la Fic non c’è alcun contrasto, anzi c’è uno spirito comune per salvaguardare Piediluco e le attività del centro remiero. Alla Regione, invece, chiediamo una maggiore sensibilità sui vincoli troppo rigidi che sono stati imposti nel tempo, e la possibilità di ridiscuterli».

Sui temi è intervenuto anche il dirigente comunale Federico Nannurelli, rup dell’intervento Pnrr sul centro remiero: «L’impianto di Piediluco, quando il Comune nel 2013 lo ha ereditato dalla Regione, era ai minimi termini. Non aveva più gli standard tecnci per poter essere utilizzato. Ma questo centro, messo a norma e potenziato, ha una valenza internazionale, sarà omologato dalla Fisa, sarà il centro nazionale di preparazione olimpica della nostra Federazione. E ospiterà gare internazionali, anche perché sarà l’unico con determinate caratteristiche. Il Pnrr impone che tutto sia concluso entro il 31 dicembre 2025 e l’orizzonte di un impianto del genere è il 2026: lo sviluppo potrà avere ricadute di carattere pluriennale».

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