La descrizione schematica è questa: «L’edificio è costituito da un unico corpo di fabbrica articolato su due piani, con superficie complessiva di circa 700 metri quadrati, con terreno pertinenziale recintato, di superficie pari a circa 970 metri quadrati. L’immobile è stato dichiarato di interesse culturale. Attualmente l’immobile non è utilizzato».
La scuola L’edificio di cui si parla è la scuola di Piediluco e il Comune di Terni ha ufficializzato la propria volonta di venderlo. Ad una somma non inferiore di 589 mila e 100 euro. Tale, infatti, è la base d’asta indicata sul bando di vendita. Ma c’è già chi si dice convinto che l’asta andrà deserta. E non solo una volta. Così da far scendere il prezzo.
Le ipotesi Lo stabile, realizzato agli inizi del ‘900 dall’architetto Guazzaroni ed affrescato dal pittore reatino Calcagnadoro, è da anni al centro di polemiche: si era già ipotizzata la sua vendita, ma anche di ospitarvi la foresteria della Federazione canottaggio, un museo scientifico e didattico, uno spazio per mostre espositive o, tanto per non farsi mancare niente, una sede universitaria. Senza dimenticare che c’era stato chi aveva invece proposto di trasformarlo nella sede di una serie – delegazione comunale, vigili urbani, distretto sanitario, ambulatorio medico – di servizi pubblici
La vendita Ma adesso si è arrivati alla decisione finale: si vende. Chi vorrà partecipare all’asta dovrà costituire una cauzione provvisoria di 117.820 euro ed impegnarsi a rispettare, in caso di acquisto, alcune regole fondamentali: per cominciare «i progetti di opere di qualunque genere, che si intendano eseguire sull’immobile, dovranno essere preventivamente autorizzati dal competente organo periferico del Ministero per i beni e le attività culturali»; ma anche che «l’immobile non dovrà essere destinato ad usi, anche a carattere temporaneo, non compatibili con il suo
carattere storico o artistico o tale da recare pregiudizio alla sua conservazione, rimanendo fermo l’obbligo di comunicare alla competente Soprintendenza di settore l’eventuale cambiamento di destinazione d’uso del bene
in questione, per un preventivo nulla-osta».
I tempi Detto di quanto il Comune spera di incassare, detto che sarà molto difficile che questa speranza si avveri, detto quali sono le condizioni che dovrà rispettare chi dovesse comprare; non resterebbe che parlare dei tempi. Difficile, al momento: perché nella ‘determina’ del dirigente non è indicata – e non potrebbe, spiega lo stesso dirigente – la data in cui si dovrebbe svolgere l’asta e, di conseguenza, nemmeno la data ultima per la presentazone delle eventuali offerte. A stablire i tempi dovrà essere l’ufficio contratti e, dicono da palazzo Spada, tra una cosa e l’altra, se ne parlerà non prima di un paio di mesi.