Poker Fere: «Pochesci ancora sotto esame»

Ternana, fondamentale vittoria nella settimana – per indisponibilità e pressione – più complicata della stagione. Bandecchi: «Ma siamo ancora virtualmente retrocessi»

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Un Natale a un punto dalla zona salvezza – erano quattro – e con uno scontro diretto in più a favore. E la Ternana, nel bene e nel male, ci è riuscita vincendo una delle gare ‘simbolo’ di Sandro Pochesci per modo di concepire il gioco e atteggiamento: così come accaduto contro lo Spezia, ci è voluto un poker e un’affermazione in rimonta per sbloccare le Fere da quella più che pericolosa impasse – causa partita persa a Chiavari, i rossoverdi sono ancora terz’ultimi – scattata a metà ottobre. Un 4-3 alla Pro Vercelli che resterà nella storia societaria per Adriano Montalto, il primo a realizzare un poker tra A e B con la casacca della Ternana: momento migliore per metterla a referto non poteva esserci. Nel pomeriggio inizia la preparazione alla sfida con l’Avellino. Nel contempo Stefano Bandecchi decide – nell’ultima settimana di suoi interventi non ne sono mancati – ancora una volta di commentare la situazione. Solo carezze? Negativo.

LA PARTITA: MONTALTO IRREFRENABILE, ‘CLASSICI’ BRIVIDI NEL FINALE

Superato Carbone I tre punti conquistati al cospetto dei piemontesi consentono al trainer romano – vista la situazione precedente non era così scontato – di superare il punteggio 2016-2017 di Benito Carbone al termine del girone d’andata. E la Ternana, considerata l’intera difesa titolare indisponibile e la pressione in aumento su tecnico e società, nella settimana più complicata dall’inizio della stagione: un ‘aiuto’ è arrivato da una delle peggiori difese viste a Terni negli ultimi anni, chiaro, tuttavia per una volta va dato merito ai rossoverdi di aver – non è accaduto spesso, anzi – chiuso il match con un’alta percentuale realizzativa. Vale a dire: diverse occasioni da rete e tante reti. Dall’altra parte non sono mancati gli ormai ‘classici’ errori di lettura individuale in fase difensiva, in particolar modo quello in avvio che ha permesso a Morra di siglare il momentaneo 0-1.

IL COMMENTO DI SANDRO POCHESCI

L’assist del meno atteso Ferretti ha disputato – non che fosse particolarmente complicato viste le poche apparizioni stagionali – la sua miglior gara in rossoverde. L’apice della sua gara l’assist – ottimo lo stop in corsa – per uno dei gol di Montalto: «Ho faticato, posso fare molto di più però ci ho messo il cuore e la testa. Bene aver – ha commentato – vinto uno scontro salvezza così importante: giocando nel mio ruolo abituale, a destra, mi trovo più a mio agio. Sono in crescita».

LA GALLERY DI ALBERTO MIRIMAO

Il leader difensivo Non bene nei primi minuti Marino, coinvolto nella disattenzione fatale al quarto minuto. Poi una graduale crescita, macchiata dall’errore – ampio avanzamento mentre il numero 5 si apprestava a calciare, Saia non ha perdonato – in occasione del primo rigore di Vives: «A me piace – commenta a livello personale – giocare la palla. Abbiamo fatto un’ottima gara, però la gara sul 4-1 deve finire: a livello inconscio ci si può rilassare e sul 4-3 siamo stati bravi a reggere l’urto, soprattutto morale. Ci meritiamo questi tre punti fondamentali per il morale».

GUARDA LE INTERVISTE A FERRETTI, MARINO E MONTALTO

Un siciliano nella storia rossoverde Nella pazza annata di Pochesci abbiamo avuto modo anche di vedere un singolo giocatore realizzare quattro reti in poco meno di cinquanta minuti. Abbastanza inatteso in linea di massima, visto che in oltre 90 anni di storia nessuno ci era mai riuscito tra A e B: «La vittoria – le parole di Montalto – è arrivata grazie ai compagni, hanno dato tutto. Da ottobre non vincevamo una partita e l’importante non è chi gioca, ma il risultato: lottiamo per una grande maglia e dunque non ci dobbiamo arrabbiare se scendiamo in campo o meno. Faceva un freddo incredibile, era giusto andare incontro ai tifosi per festeggiare. Il poker? Emozione incredibile, sono felicissimo. Ma, ripeto, l’importante era vincere».

L’abbraccio al baby Non si può non dedicare spazio all’ennesima prova di alto valore di Alessandro Plizzari. Il baby portiere di scuola Milan, nel corso della stagione, è andato sempre in crescendo e contro la Pro Vercelli ha sfoggiato non si è smentito: un paio di mirabili respinte, un penalty parato (seppur ufficialmente non esiste) e sicurezza nelle palle aeree. La sua reattività, in aggiunta alla perfetta – o quasi – finalizzazione di Montalto, fa respirare Pochesci. Che, non a caso, gli ha ‘dedicato’ l’abbraccio finale al triplice fischio.

Il bilancio di Bandecchi Non solo elogi per l’imprenditore livornese dopo il poker rifilato ai piemontesi: «Come sempre ho detto, è meglio vincere – l’opinione rilasciata alla radio universitaria – una brutta gara che perderne una bella. È arrivata una vittoria fondamentale, che serve a tutti: a me, all’ambiente, alla squadra, al tecnico e ai tifosi. Detto questo valuto che sono emersi i nostri pregi offensivi, grazie a uno splendido Montalto e a una splendida squadra. Ma sono emersi anche i nostri vecchi difetti: abbiamo subito per l’ennesima volta gol nei primi minuti, tipico di una squadra che entra in campo senza sapere che la gara è iniziata… è un difetto grave. Poi i ragazzi sono stati eccezionali per quasi tutta la gara, ma ci siamo trovati nella difficoltà di gestire la vittoria: come un uomo che diventa miliardario, spende i suoi soldi incautamente e poi si uccide. Negli ultimi minuti i troppi errori sono arrivati per poca lucidità. Apprezzo molto il capitano e il vicecapitano, Defendi e Paolucci, due uomini di carattere che mi piacciono molto. Ma anche loro debbono prendere per mano questa squadra».

«Meritiamo primi cinque posti. Ho parlato con Atzori» Focus sui difetti: «Dobbiamo imparare a correggerli. In sintesi: l’esame non è stato completamente superato. Pochesci deve dimostrare di riuscire a trasmettere il carattere giusto alla squadra. Perché questo gruppo meriterebbe di stare tra le prime cinque, e non lo dico io ma molti osservatori e uomini di calcio con cui ho parlato, l’ultimo dei quali è proprio il tecnico della Pro Vercelli. Però, c’è evidentemente qualcosa che ancora manca in campo: il carattere giusto di chi sa dominare la partita. Ho sempre creduto nel valore della squadra. Non solo. Anche nel tecnico ho sempre creduto, il tecnico è eccellente, ma in questo momento deve fare vedere a me, a Terni e alla squadra la vera differenza con gli altri allenatori. La nostra è una squadra imprevedibile, che sta per sbocciare. Spero che sbocci prima della prossima gara, dove è accettabile solo la vittoria. Si vince e basta senza chiacchiere perché la classifica non ci permette di stare qui a filosofeggiare. Siamo terzultimi, in questo momento soltanto vincere è importante».

Il rapporto personale «Nessun dissapore. Ma Pochesci – specifica Bandecchi – sa perfettamente che quando si lavora si va oltre i sentimenti. Era sotto esame prima, lo è ancora, come lo sono tutti gli allenatori e in generale chi lavora e deve portare a casa dei risultati. Anche se vincesse ad Avellino, andremo poi a vedere come andranno le cose quando ricomincerà il girone. Per noi non è cambiato nulla dopo giovedì, siamo sempre virtualmente retrocessi. Certamente non è divertente dover dire a un amico, che è anche un ottimo allenatore e professionista, che le cose non vanno. Ma gli ho semplicemente fatto presente la classifica attuale, e che lui ha gestito in autonomia queste 20 partite con i giocatori che ha scelto. Il carattere di una squadra è quello di un allenatore. In ogni caso, il rapporto tra me e Pochesci è eccellentente e nessuno può scrivere che non ho fiducia in lui».

Il mercato In arrivo la sessione invernale: «Ne stiamo parlando. Abbiamo giocatori di qualità: Montalto è tra chi ha segnato di più in serie B. Lei vede la necessità di un altro attaccante? E questo vale anche in altri reparti. Ricordo sempre che abbiamo cominciato a lavorare su questa squadra ad agosto.Comunque vederemo, ci stiamo ragionando, ma attenzione agli errori che si possono fare, perché abbiamo uno spogliatoio eccezionale. Abbiamo bisogno realmente di un’altra squadra o siamo soltanto in una classifica bugiarda, perché ad oggi il nostro bravissimo allenatore non ha ancora trovato la strada ideale per poterci portare in un’altra posizione di classifica. Purtroppo a oggi, dato che abbiamo sprecato tante partite ci troviamo qui. Solo l’allenatore è in grado di farci fare il grande salto di qualità. Gli auguro di essere vincente anche la prossima partita. Passeremo un Natale sereno, vogliamo passare anche il capodanno allo stesso modo».

La replica ai tifosi e il Pochesci social Un pensiero anche alla lettera di una parte di tifosi, che lo hanno ‘invitato’ a non cacciare Pochesci: «Prima di tutto li ringrazio per una lettera che invita a un confronto con una parte della tifoseria, scritta in modo intelligente ed educato. L’ho letta, accetto sempre il confronto, sono un uomo di impresa, terrò presente ciò che mi viene detto. Stiamo tutti aspettando che Pochesci cominci deve dare continuità di risultati a questa squadra. Perché nessuno mi toglierà dalla testa che è un uomo eccellente, di testa e di cuore, e questo lo si vede nella squadra, che si impegna e dà sempre il massimo. Anche quando va in svantaggio, rispecchiando il carattere del mister, reagisce e tenta di recuperare, come farebbe lui. Poi però Pochesci, anziché vivere una serata tranquilla dopo una vittoria, va su facebook ea volte si fa prendere la mano. Mi permetta di dargli un consiglio: vada a dormire, non su facebook. È solo questo che contesto a Pochesci e alla sua squadra: a un certo punto si distrae e incassa. Voglio che cresca come allenatore, perché spero che un giorno possa allenare questa squadra in A. E per fare questo bisogna essere uno dei 20 migliori allenatori in Italia. In questo momento, tra A e B, su 42 allenatori, Pochesci si deve accontentare di essere il 40°, almeno secondo questa classifica».

Passaggio sulla serie A «Mi sono un po’ stufato – il commento in merito – di questa storia. Tutto può accadere è chiaro, come è sicuro che io un giorno morirò: ma potrei morire tra quattro secondi o campare fino a 110 anni. Non ho detto che sicuramente andremo in serie A, ho detto che combatteremo ogni giorno della nostra vita per essere i migliori e quindi per andare in serie A, dove vanno soltanto i migliori. Ho aggiunto che sarebbe una iattura, come di fatto è, essere in fondo alla classifica e lottare per non andare in C. Ho aggiunto: ci sta di lottare per non retrocedere, ma spero onestamente di no, ho altri obiettivi, quelli che ho sempre perseguito e raggiunto da imprenditore. Mi auguro che i tifosi comincino a pensare positivo come faccio io». Terni? «Mio padre – conclude – ha fatto tutta la vita il camionista, una vita da operaio con orari massacranti. Terni è una città operaia, per questo mi piace. Personalmente, sebbene abbia raggiunto dei traguardi professionali, mi sento sempre un ragazzo povero e semplice. Quindi apprezzo il carattere di Terni e soffro nel non riuscire a dare ai ternani una squadra di alta classifica».

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