Processo Ecorecuperi, tre assoluzioni

Terni, condannato a tre anni Massimo Scerna. Assolti Adriano Rossi, Nicola Beranzoli e Terenzio Malvetani

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Una condanna – tre anni inflitti al legale rappresentante della Ecorecuperi, Massimo Scerna, oltre all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni – e tre assoluzioni, perché il fatto non costituisce reato: quest’ultime per il direttore dell’Arpa di Terni Adriano Rossi, l’ex sindaco di Stroncone Nicola Beranzoli e l’imprenditore Terenzio Malvetani.

PARLA IL DIRETTORE DI ARPA ADRIANO ROSSI – L’INTERVISTA

Imputati I quattro, in seguito alle indagini condotte dal sostituto procuratore Elisabetta Massini, erano finiti a processo per l’incendio che si era verificato, il 2 luglio del 2009, nell’azienda di Vascigliano, stipata di rottami d’auto e materiali plastici.

Adriano Rossi e Nicola Beranzoli

Adriano Rossi e Nicola Beranzoli

L’incendio Per domare le fiamme furono necessari quarantotto giorni e ben centotredici interventi da parte dei vigili del fuoco. A quella vicenda fecero seguito polemiche e dubbi legati ai presunti problemi di salute accusati da alcuni residenti della zona, alle contaminazioni di terreni e bestiame, alla svalutazione degli immobili, ai maggiori costi di gestione, i minori introiti, le perdite nelle produzioni e i danni di immagine che diversi allevatori e agricoltori sostengono di aver subito a causa dell’incendio e della gestione della successiva emergenza.

Le richieste Giovedì scorso il pubblico ministero aveva chiesto condanne pari a 3 anni e sei mesi a testa per Adriano Rossi e Nicola Beranzoli e tre anni ciascuno per Terenzio Malvetani e Massimo Scerna.

I legali Per Valeriano Tascini, legale difensore di Rossi, la sentenza «restituisce dignità all’ingegner Rossi, ingiustamente accusato dalla procura. Il tribunale ha sentenziato la correttezza dell’operato suo e dell’intera Arpa in merito ai rilievi svolti sul rogo di Vascigliano». Ovviamente diverso il giudizio dell’avvocato Fabio Militoni, legale di Massimo Scerna: «Attendiamo con ansia le motivazioni, per capire come il collegio possa aver ritenuto colpevole Scerna di un incendio che, è stato dimostrato, ha avuto origine dolosa. Lo stesso Scerna, a differenza di quanto contestato, ha sempre rispettato le prescrizioni imposte dalle autorità e, anche in questo senso, la condanna ci risulta incomprensibile. Presenteremo sicuramente appello per ottenere una completa revisione della sentenza». Rispetto ai risarcimenti ai privati della zona – che emergeranno dalle cause civili – il legale afferma che «nessuna condotta tenuta da Scerna è riconducibile direttamente ai danni subiti da allevatori e agricoltori».

Manlio Morcella, legale difensore di Nicola Beranzoli insieme al collega Marco Angelini di Perugia, si dice «assolutamente soddisfatto per una sentenza in linea con le previsioni. In qualità di sindaco di Stroncone – aggiunge il legale -, Beranzoli aveva assunto determinazioni totalmente condivise con i componenti della task-force insediata al tempo in prefettura per gestire l’emergenza. Decisioni basate su elementi di carattere tecnico forniti da Asl e Arpa. Nulla è stato provato, come dimostra la sentenza, neppure in merito alla presunta falsificazione dei risultati delle analisi contestata dalla procura».

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