Profumerie Douglas chiude 2 negozi in provincia di Perugia

I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori

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La catena di profumerie Douglas Italia ha comunicato ai sindacati l’avvio di un immediato piano di riorganizzazione della rete di negozi con relative chiusure in tutta Italia. Al momento l’azienda ha comunicato la chiusura di 128 negozi sul piano nazionale (500 posti di lavoro, quasi tutti di donne) che sarà effettuata nel giro di 12-24 mesi. Nella provincia di Perugia è prevista al momento la chiusura di due punti vendita, uno a Perugia l’altro a Foligno. È a rischio l’occupazione di 8 lavoratrici.

I sindacati proclamano lo stato di agitazione

Immediata la reazione dei sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs che hanno proclamato a livello nazionale lo stato di agitazione dei lavoratori. I sindacati accusano l’azienda della totale mancanza di un confronto preventivo e diffidano nel mettere in atto trasferimenti che possano nascondere veri e propri licenziamenti. Inoltre i sindacati criticano Douglas di avere investito tutto sull’e-commerce a danno dei negozi con conseguente svuotamento merceologico di quest’ultimi. I sindacati auspicano un confronto con l’azienda che possa avviare un processo di riorganizzazione mantenendo i livelli occupazionali. È stata richiesta l’attivazione di un tavolo di crisi presso il ministero dello Sviluppo Economico per avere i dettagli sul piano industriale di Douglas. Filcams, Fisascat e Uiltucs respingono qualsiasi prospettiva per cui l’incertezza dovuta alla crisi epidemiologica venga scaricata sulle lavoratrici.

Le delegate e le lavoratrici

«Nel corso degli anni – affermano in una lettera aperta le delegate e le lavoratrici del gruppo Douglas – abbiamo visto più volte l’azienda mandare a casa centinaia di colleghe con le stesse modalità, e più volte abbiamo accettato sacrifici, condizioni di lavoro sempre più degradanti, nonché svariati rinnovi del contratto di solidarietà, affinché la situazione non tornasse a ripetersi  Quello che sta succedendo adesso è stato sicuramente in parte accelerato e aggravato dalla pandemia, ma noi delegate riteniamo di poter affermare che questo disegno era già in corso d’opera da tempo».

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