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Home » ‘Progetto Mandela’: «Terni dove sei?»

‘Progetto Mandela’: «Terni dove sei?»

di Simone Francioli
4 Maggio 2016
in Attualità, Cultura, Politica
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
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di S.F.

Condivisione, sperimentazione, scambio, cultura, cibo e divertimento, in un viaggio culturale per favorire l’integrazione. ‘Stranieri nostrani’, il progetto ideato da Luisa Contessa, Kasia Krawiec e Matteo Barbarossa in collaborazione con Arci, domenica vivrà – ore 17 al Caos – il terzo appuntamento con ‘Dolcezze nostrane’, ‘Ben fatti’ e musica live con Dj(A)Mbe session. Bene, anzi no. Perché nell’occasione, rimanendo in tema, il Comune è finito nuovamente nel mirino per la situazione del ‘Progetto Mandela’, concluso a fine aprile con lo spettacolo – 56 partecipanti – ‘Grand hotel Europa’. «Istituzione latitanti, mancanza di spazi nonostante l’esistenza di luoghi da sfruttare e zero sviluppo sulle politiche giovanili», hanno attaccato in coro la direttrice artistica Irene Loesch, il co-fondatore del centro per i diritti umani Marcello Ricci e il presidente di Arci Terni Francesco Camuffo.

GUARDA LE INTERVISTE A MARCELLO RICCI, IRENE LOESCH E FRANCESCO CAMUFFO, VIDEO

Irene Loesch
Irene Loesch

Il bilancio Nel lanciare l’evento di ‘Stranieri nostrani’, nello sviluppare il discorso su Terni e integrazione, hanno fatto un bilancio dell’anno 2015-2016 del ‘Progetto Mandela’: dal 2 novembre allo scorso 27 aprile ci sono stati 6 laboratori attivati e 70 nuovi iscritti, dai 15 ai 35 anni, con le collaborazione de ‘La casa delle Donne‘, la chiesa Valdese di Terni, il Caos e Arci solidarietà. A coordinare il tutto Irene Loesch. Numeri ‘crudi’, poi c’è il dietro le quinte e lì i problemi – noti da tempo – non mancano. Ricci non ci è andato leggero nel ‘denunciare’ l’atteggiamento delle istituzioni.

«Vogliono la morte del progetto» E sì, perché Ricci spiega che «si è concluso il secondo anno difficile. Per come abbiamo operato siamo ottimisti, mentre invece per la reazione delle istituzioni c’è molto pessimismo: ci fanno lavorare malissimo e non si interessano. Le integrazioni dei gruppi sono state complicate visto che ci è stato tolto il teatro del ‘Galilei’ e abbiamo dovuto lavorare in luoghi diversi. Non sembra – conclude – ci sia modo di risolvere la cosa perché le istituzioni sono latitanti. Forse ci vogliono far morire».

progetto mandela2Chiusura in vista Amara anche la Loesch, che già in passato aveva lanciato gridi d’allarme: «Non vedo una soluzione all’attuale scenario se non ci sono condizioni logistiche. Lavoriamo con poche risorse come tutti, ma il problema maggiore è lo spazio: la cosa positiva – ha aggiunto la Loesch – è che comunque abbiamo fatto bene e c’è stata una bella collaborazione con l’Arci e dei ragazzi profughi, ospiti a Terni. Hanno fattivamente lavorato con noi, sperimentando insieme ai nostri ragazzi cosa voglia dire integrazione. Lo spettacolo conclusivo ha dimostrato appieno la validità del progetto. Ma se non troviamo soluzioni logistiche si dovrà chiudere. Non c’è dialogo né apertura su questa vicenda».

Integrazione e sviluppo Camuffo, prima di passare alle note dolenti, sottolinea comunque i buoni sviluppi del’attività svolta: «Il progetto è da sempre un contenitore straordinario per far incontrare persone. I processi di integrazione sono spontanei e richiedono tempi lunghi: voglio ricordare che il 20% dei partecipanti sono ragazzi richiedenti asilo o già profughi. Siamo riusciti a costruire anche una serie di altri eventi, come ‘Stranieri nostrani’: le persone si incontrano e conoscono nei luoghi, questa carenza di spazi diventa ancora più grave». Allargando il discorso Camuffo ha messo in evidenza come il quartiere di borgo Bovio «sia trascurato e, in generale, non c’è alcun tipo di censimento per le politiche giovanili».

La Casa delle Musiche - 22 aprile 2015‘La Casa delle musiche’ Abbandonata da tempo. Con tanto di degrado. E Camuffo attacca: «Situazione paradossale perché di posti da sfruttare ne esistono, anche spazi delle scuole. Su tutti c’è la ‘Casa delle musiche’, un bellissimo contenitore che è stato affidato – a una serie di soggetti, tra cui noi: è tutto fermo e lì ci si potrebbero fare molte attività. Non si capisce – ha terminato il presidente dell’Arci – perché l’unico centro giovanile affidato con un minimo di criterio di evidenza pubblicia sia in questo stato: siamo pronti a entrare e stravolgere quel posto». Camuffo ha poi specificato che c’è una bozza di affidamento con proposta biennale: «Non sappiamo nulla e non c’è trasparenza sulla situazione rispetto alla delibera di due anni fa». Infine il presidente di Arci Terni ha ricordato i progetti di Interamna productions e di Tiziano Tetro per la gestione. Zero cambiamenti insomma rispetto alle prese di posizione dello scorso anno.

Luisa Contessa e Lahad Ndao
Luisa Contessa e Lahad Ndao

L’appuntamento Intanto, tra critiche e speranze di ‘rinascita’ in diminuzione per il ‘Progetto Mandela’, spazio al terzo appuntamento di ‘Stranieri nostrani’: dalle 17 merenda a buffet preparata dalle beneficiarie del progetto Sprar – Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati – del Comune di Terni, quindi il laboratorio creativo per adulti e bambini dai 3 anni e sessione musicale a concludere. Parteciperà anche il 21enne senegalese Lahad Ndao, presente mercoledì mattina per l’illustrazione dell’evento. Almeno in questo caso non ci saranno problemi di spazi.

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