Quei ‘mitici’ 18 anni spazzati via dal Covid

Feste annullate e sogni cancellati: addio anche ai ‘cento giorni all’esame’. Le nuove generazioni pagano un prezzo alto

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di S.P.

Giammarco, Erica, Nicola, Davide, Alessia. Sono alcuni dei ragazzi classe 2002 e 2003, di Perugia, a cui il coronavirus ha strappato la festa di compleanno più attesa e desiderata dai giovani: quella dei 18 anni. Se glielo avessero detto in tempi non sospetti che la loro festa sarebbe stata vietata dallo Stato, non c’avrebbero creduto. E invece, con un senso di civiltà e responsabilità da far invidia a molti adulti, hanno dimostrato una grande maturità posticipando il loro sogno.

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Erica e il lockdown che ha cancellato la festa

Erica aveva organizzato tutto nei minimi dettagli per i sui 18 anni compiuti il 6 marzo dello scorso anno: inviti spediti, location prenotata, cibo acquistato e abito scelto. Poi due giorni dopo è arrivato il lockdown nazionale e tutto è svanito nel nulla. Le sono rimaste le ‘cose’ da conservare ma niente ricordi, niente emozioni, niente divertimento.

Gli auguri via Zoom e i ‘cento giorni all’esame’ svaniti

A Giammarco sono arrivati tanti videomessaggi di auguri e un incontro online a mezzanotte e un minuto – era lo scorso 12 febbraio – sulla piattaforma Zoom, con i compagni di classe e gli amici di sempre. Definirla festa è una grande forzatura ma diciamo che si è sentito meno sfortunato di altri suoi coetanei. Non è stato l’unico sogno che la pandemia ha annullato a questa sfortunata generazione: addio ai tanto attesi ‘100 giorni all’esame’ – che quest’anno sono caduti l’11 marzo scorso -, addio alla cena di classe di fine anno, addio alle notti passate insieme a studiare prima dell’esame di maturità.

La ‘dad’ che allontana da tutto e tutti

A tutto ciò si aggiungono mesi e mesi di lezioni in ‘dad’, un sacrificio contronatura che ha fatto raffreddare le relazioni sia con i compagni che con i professori. Certo un sacrificio dovuto a fronte del dilagare degli effetti nefasti del virus. Non è forse alto, troppo, il prezzo che si trovano a pagare anche i neomaggiorenni della generazione Z?

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