di Giovanni Cardarello
A poco più di un mese dalle elezioni per la presidenza della Regione e il rinnovo del consiglio regionale dell’Umbria, nubi dense e nere si stagliano all’orizzonte del cosiddetto ‘campo largo’. Parliamo della coalizione di centrosinistra a sostegno della sindaca di Assisi Stefania Proietti, scesa in campo per contendere a Donatella Tesei, del centrodestra, la guida di palazzo Donini fino al 2029. Le nubi si addensano sottoforma di dichiarazioni, quelle rilasciate dal presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte a ‘Cinque Minuti’, in onda martedì sera su Rai1.
«Regionali? Io non sono disponibile ad affiancare il mio simbolo a quello di Renzi, che si è sempre distinto per distruggere, rottamare, prende i soldi dai governi stranieri, ed è all’origine della contaminazione tra affari e politica. Fa lobbismo in Italia e all’estero». Ma non solo, nella registrazione della puntata odierna di ‘Porta a Porta’, Conte ha rincarato la dose. «Renzi – ha detto ancora – rappresenta una vera incompatibilità per i nostri obiettivi politici, è una mina a orologeria. Non significa che voglio fare veti personali – ha concluso Conte -, è una questione politica: per costruire un progetto alternativo abbiamo bisogno di compagni affidabili».
Di fatto è a rischio rottura il progetto politico ‘Un patto avanti’, quello che ha permesso alla coalizione fondata su un nucleo politico composto da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra di espugnare Perugia e di contendere, fino alla fine, alla Lega la poltrona di sindaco di Foligno.
Anche se la nota diffusa in serata dal coordinatore regionale M5S Thomas De Luca chiarisce le ricadute sul territorio umbro dell’intemerata di Conte: «Non esiste alcun ‘caso Italia Viva’ in Umbria, il percorso identitario intrapreso dal ‘Patto avanti’ delimita un perimetro chiaro. L’appoggio di Italia Viva alle elezioni regionali si è limitato a una semplice manifestazione di sostegno alla candidata presidente, senza che questo comporti alcuna implicazione diretta nella coalizione».
Ma cosa succede adesso? In realtà è ancora tutto da capire ma si possono immaginare almeno tre scenari diversi. Il primo è quello di una corsa solitaria del Movimento 5 Stelle che di fatto consegna alla Tesei la vittoria a tavolino.
Il secondo, quello a cui stanno già lavorando i pontieri, ovvero quello di ‘annacquare’ la presenza di Italia Viva nella coalizione di centrosinistra facendo entrare membri del partito di Renzi nelle liste a sostegno della Proietti. Come del resto conferma in una nota Massimo Gnagnarini, segretario regionale Umbria di Italia Viva: «Alle elezioni regionali saremo presenti con i nostri rappresentanti candidati in una lista , che noi auspichiamo più ampia possibile, composta da partiti e movimenti civici di area riformista».
Il terzo, quello al momento più fantasioso, prevede una sorta di desistenza da parte del Movimento 5 Stelle, ovvero quello di non presentare candidati presidente alternativi alla Proietti e di lasciare libertà di voto ai propri elettori.
Ma, come sempre accade in questi casi, occorre capire quanto le dichiarazioni di Conte siano mirate ai colleghi di coalizione o quanto siano un messaggio interno nell’ormai asperrima sfida con il fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo. Fondatore con il quale Conte è ormai ai ferri corti tanto da immaginare da più parti una possibile scissione tra le due anime che compongono il partito.
Pochi giorni e sarà tutto più chiaro ma è certo che nel centrodestra, rafforzato dall’ingresso del sindaco di Terni Stefano Bandecchi, si stanno sfregando le mani. In poche settimane passano dal rischio 0-3 (possibile sconfitta in Emilia-Romagna, Liguria e Umbria) ad un realistico 2-1, con conseguente rafforzamento del Governo guidato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.