Regione, un mese dopo è già piena campagna

Il 28 maggio la presidente Porzi lesse all’assemblea la seconda lettera di dimissioni della Marini – quelle definitive – dopo il controverso voto di dieci giorni prima

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Un mese fa pioveva e faceva freddo e si anelava il caldo dell’estate. Oggi si sfiorano i quaranta gradi e qualcuno rimpiange il fresco. È cambiato tutto e non solo dal punto di vista meteorologico. Un mese fa – il 28 maggio – venivano formalizzate le dimissioni di Catiuscia Marini da presidente della giunta regionale. L’ultimo atto di una crisi innescata nei fatti dai primi arresti di Bocci e Barberini (fra gli altri) e poi formalizzata dalle dimissioni della presidente, arrivate qualche giorno dopo.

Il voto favorevole, l’ultimo discorso, la lettera

L’INCHIESTA SULLA SANITÀ IN UMBRIA – ARCHIVIO

L’iter verso le elezioni: slitta a gennaio?

C’era la corsa per votare quanto prima mentre chi traccheggiava puntava almeno ad evitare la sessione estiva, spostando il voto al prossimo autunno. Era già saltata fuori un’ipotesi di data: 24 novembre. Ma ora c’è il rischio che per allineare l’Umbria a Emilia Romagna e Calabria il voto slitti ancora, rientrando nella finestra dicembre/gennaio, quindi di fatto a pochi mesi dalla scadenza naturale del mandato e a quasi un anno dall’inizio della crisi. C’è poi da tenere sotto osservazione ciò che accade a Roma: una eventuale crisi di governo porterebbe a nuove elezioni politiche con la possibilità di accorpare tutto in un unico election day. Intanto, Paparelli continua a svolgere la funzione di presidente (spetta quindi a lui anche il compito di dettare il passo verso le elezioni) con Bartolini che ha preso la sanità dal dimissionario Barberini. Entro il 31 luglio il consiglio dovrà votare obbligatoriamente l’assestamento di bilancio.

Catiuscia Marini a Moon in June

Marini fra tribunali e concerti

In questo mese, la presidente – che ebbe un malore subito dopo la controversa seduta del 18 maggio – è stata nel suo buen retiro di Todi, concedendosi rarissime uscite pubbliche, l’ultima delle quali a Isola Maggiore per il concerto dei Bowland a ‘Moon in June’. E ovviamente è stata in tribunale per essere indagata sui fatti di ‘Concorsopoli’, occasione in cui ha respinto tutti gli addebiti. Intanto, però, chi è rimasto nell’agone politico si è già organizzato.

Destra, fra sogno (Romizi) e realtà (Tesei)

All’indomani della prima lettera di dimissioni di Catiuscia Marini, Matteo Salvini venne a fare un comizio in piazza Matteotti lanciando la leghista Donatella Tesei come candidato unico del centrodestra. Subito cominciarono i distinguo degli alleati, contestando più che il nome i modi con cui c’era stata questa fuga in avanti. Tanto che dopo le elezioni amministrative e il mancato sfondamento del Carroccio a Perugia, nei giorni scorsi l’ex assessore comunale Francesco Calabrese ha addirittura fatto il nome del sindaco di Perugia Andrea Romizi, appena rieletto, come unico nome spendibile per la presidenza. Un modo per sparigliare le carte anche di fronte all’ipotesi Marco Squarta (Fdi) e Roberto Morroni (Fi), entrambi consiglieri regionali uscenti, principali alternative a Tesei. Un sasso nello stagno che Romizi non ha raccolto, assicurando che il suo obiettivo è concentrarsi sulla città. Nel frattempo, Claudio Ricci ha già reso nota la sua candidatura, supportata da tre liste civiche.

A sinistra Leonelli si naviga a vista

Secondo alcune correnti, potrebbe arrivare dalle elezioni comunali anche il candidato del centrosinistra, con Giuliano Giubilei, valido alfiere nella sconfitta di Perugia, che sarebbe destinato ad una sorta di record: perdere due elezioni nel giro di pochi mesi; visto che a sinistra un po’ tutti sanno che le conseguenze dell’inchiesta concorsopoli unite al trend nazionale lasciano poco spazio a voli di fantasia. Intanto però Giacomo Leonelli ha già cominciato il tour ‘Meritiamoci l’Umbria’, un percorso partito da Todi e Spello che toccherà tutto il territorio umbro con 6 appuntamenti. «Sarà un’occasione di confronto – scrive Leonelli, che più di tutti ha insistito per le dimissioni della Marini – anche per arrivare con idee e progetti alla due giorni programmatica di fine luglio lanciata dal commissario regionale del Pd, Walter Verini». Commissario la cui stabilità nel frattempo è stata minata dalla lettera dei 104 componenti dell’assemblea regionale che gli chiedono nuove elezioni interne. E, zitto zitto, mentre Leonardo Miccioni si dimette dalla segreteria provinciale, salta fuori da Sviluppumbria un altro papabile candidato: è il direttore generale Mauro Agostini, politico narnese di lungo corso, che sbaraglierebbe il campo delle correnti.

Incognita Movimento Cinque Stelle

Non ci sono annunci dai Cinque Stelle che, dopo essersi scottati con l’affaire Rosetti alle comunali, ora ci vanno coi piedi di piombo evitando qualsiasi fuga in avanti. «Il nome verrà fuori da Rousseau», dicono. E noi aspettiamo.

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