Rifiuti, Auri e Regione su posizioni opposte

Il primo chiede di posticipare i tempi per la raccolta differenziata di 6 mesi: «Obiettivi irraggiungibili, annunciare di meno e fare di più»

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L.P.

Da una parte c’è la Regione, dall’altra ci sono i comuni. In mezzo, c’è quella delibera approvata dalla Regione a fine gennaio, con cui si impone a tutti i comuni umbri di raggiungere, entro il 2016, il 60% di raccolta differenziata in tutta la regione, per poi arrivare al 65% nei 2017 e al 72,3% entro il 2020.

Gli obiettivi Porta a porta spinto, tariffazione puntuale da sperimentare e uniformare le percentuali di differenziata su tutto il territorio regionale, sono infatti gli elementi di novità introdotti dalla delibera che obbliga, tutti i comuni, entro marzo, ad organizzare il nuovo servizio di raccolta per raggiungere gli obiettivi già previsti dal Piano regionale dei rifiuti modificato nel 2014 e approvato lo scorso anno. In caso di inadempienze scatteranno i poteri sostitutivi della Regione che nominerà un commissario ‘ad acta’.

Il presidente di Auri, Cristian Betti

Il presidente di Auri, Cristian Betti

L’Auri A tutto questo dovrebbe concorrere anche la nuova Auri, l’autorità umbra per i rifiuti e il sistema idrico di recente costituzione e presieduta dal sindaco di Corciano Cristian Betti. Ma in realtà, dopo le prime riunioni, quello che è emerso è ben lontano dalle prospettive indicate dalla giunta. Così un documento firmato da Betti dopo la riunione dell’Autorità dello scorso 29 febbraio mette nero su bianco la realtà dei fatti. Gli obiettivi posti o, imposti, sono irraggiungibili nei tempi tecnici previsti.

Nel documento, infatti, l’assemblea dell’Auri chiede alla giunta e al consiglio della Regione Umbria «di modificare la previsione del termine del 31/12/2016 posticipandolo al 31/12/2017 considerando che i tempi tecnici di ricognizione delle opere, di partecipazione alla elaborazione delle scelte da parte dei Comuni, di valutazione ambientale dei piani da parte della regione, di definitiva approvazione dei due piani sono stimati in almeno 20 mesi». Non solo, nel documento è contenuta anche la richiesta di posticipare di 6 mesi la riorganizzazione dei servizi di raccolta differenziata e di un semestre per ogni obiettivo da raggiungere, cioè il 60%, il 65% e il 72,3%. Nella nota c’è poi anche una precisazione sulla responsabilità del controllo, esclusivamente dei dirigenti, nel quadro del programma complessivo approvato dal consiglio direttivo.

L’affondo Per la Lega Nord, questa è solo la conferma di quanto già dichiarato nel momento in cui la delibera è stata presentata. «Dopo gli uffici regionali – scrivono in una nota i consiglieri Fiorini e Mancini – che la Marini non ha voluto ascoltare, anche i sindaci umbri hanno ritenuto i tempi fissati dalla regione non sufficienti». Lo avevano già detto in audizione alla commissione regionale d’inchiesta e, ora, l’hanno ribadito chiaro e tondo «che l’Auri, nell’immediato, non è in grado di effettuare i controlli necessari sull’operato dei gestori». A questo proposito il presidente dell’Auri, senza mezzi termini, ha evidenziato alla Commissione « le forti discrepanze relative al dato di copertura del servizio e ai risultati della raccolta differenziata corrispondente che riguarda alcuni Comuni umbri. Come è possibile che, a parità di copertura del servizio porta a porta dichiarata, i dati possano cambiare in maniera così forte da un Comune all’altro?».

Commissione d’inchiesta Nel corso dell’incontro è emersa anche la questione fondamentale che, secondo la Lega, la Regione non ha ancora voluto affrontare seriamente: «non si può continuare a ragionare in termini di raccolta differenziata quando il parametro che l’Europa ci impone è quella del recuperato effettivo che deve essere almeno del 50% di quanto raccolto per evitare che la differenziata rimanga solo sulla carta e che i rifiuti continuino a finire in discarica. Prendendo in esame questo dato l’Umbria sarebbe ancora più indietro rispetto all’obiettivo prefissato». L’invito è lo stesso che ha rivolto il sindaco Betti: «Annunciare di meno e fare di più».

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