Rifiuti: «In Umbria 120 discariche inattive»

Il direttore dell’Arpa Ganapini ascoltato dalla commissione d’inchiesta regionale: «Non c’è alcuna certezza della tipologia dei rifiuti conferiti durante la fase di operatività».

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Prosegue, incessante, l’attività della commissione d’inchiesta sul sistema di gestione dei rifiuti in Umbria. E quello che piano piano emerge sembra tracciare un quadro sempre più preoccupante.

L’Arpa Ne sono convinti i due consiglieri regionali della Lega Nord Emanuele Fiorini e Valerio Mancini, per i quali le dichiarazioni rilasciate dal professor Ganapini, direttore generale dell’Arpa «descrivono un quadro drammatico sul piano del rischio ambientale connesso al ciclo dei rifiuti». A destare preoccupazione, infatti, sono i monitoraggi relativi alle principali discariche umbre in attività, così come «lo stato di obsolescenza degli impianti di recupero e stabilizzazione evidenziato nel corso dell’audizione. Ancor più preoccupanti – dicono i due consiglieri – risultano le dichiarazioni relative alla presenza sul territorio regionale di 120 discariche comunali inattive e non monitorate, ereditate dagli anni ’70, per le quali, secondo Ganapini, non c’è alcuna certezza della tipologia dei rifiuti conferiti durante la fase di operatività».

Il Sin di Papigno D’altronde Ganapini lo aveva già detto alla commissione parlamentare d’inchiesta sugli ecoreati in visita a Perugia appena qualche settimana fa, quando gli stessi parlamentari avevano effettuato alcuni sopralluoghi al sito di Papigno. Per il direttore dell’Arpa è inquietante che ancora non sia stata avviata, anche a livello nazionale, la bonifica del sito. Ma a Terni non c’è solo l’emergenza rifiuti. Ganapini ha infatti richiamato l’attenzione dei commissari sulla situazione della qualità dell’aria, che sarebbe addirittura peggiore di quella che si respira a Brescia e a Taranto. Intanto l’Arpa sta valutando la possibilità di reperire le risorse necessarie per avviare un progetto sperimentale di monitoraggio che coinvolga la popolazione per valutare l’entità dell’esposizione al danno.

Piano rifiuti In audizione anche i sindacati che hanno ribadito come l’attuale Piano regionale dei rifiuti, seppur innovativo e lungimirante quando è stato approvato, «risulti oggi in gran parte inattuato, ormai obsoleto e superato». Particolarmente grave, per Fiorini e Mancini, risulta poi quanto denunciato ufficialmente dal rappresentante della Cgil «che ha sottolineato con forza la totale assenza di una strategia complessiva da parte della politica, più interessata, negli anni passati, alle assunzioni che alle linee strategiche perseguite, lasciate, di fatto, ai gestori del servizio. Secondo i sindacati, anche alla luce del perdurare dell’interdittive antimafia e dei rischi occupazionali connessi alla situazione gestionale, non è più accettabile la gestione ‘clientelare’ alla quale abbiamo assistito fino ad oggi.

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