Stando alle prime risultanze dei campionamenti fatti dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) dopo l’incendio che si è sviluppato l’11 luglio nell’impianto di TerniEnergia di Nera Montoro – dove si effettua il trattamento di pneumatici a fine vita con recupero di prodotti – l’episodio non avrebbe provocato danni all’ambiente.
Le analisi I risultati delle analisi relative all’aria, dice l’Arpa, «mostrano che le concentrazioni di Ipa, Pcb e Diossine rilevate nell’aria risultano inferiori ai limiti di quantificazione del metodo analitico». Mentre «i campioni di vegetali a foglia larga sono stati analizzati al fine di valutare le ricadute dei microinquinanti organici (Ipa, Diossine e Pcb) prodotti durante l’incendio e le concentrazioni riscontrate risultano inferiori al limite di quantificazione del metodo analitico».
La valutazione Poiché per le deposizioni sui vegetali, spiega l’Arpa, «non esistono limiti di legge, è utile una comparazione con quanto rilevato a seguito di eventi incidentali analoghi: se si confrontano i dati di Nera Montoro con quelli riscontrati dopo l’incendio della rimessa camper di Pantano (Narni) nel 2014, si nota che le concentrazioni di Ipa/Diossine rilevate a Nera al Montoro risultano inferiori a quelle di Pantano».
Il suolo Nei prossimi giorni «saranno resi noti i risultati analitici relativi ai campioni di suolo.
Al riguardo, Arpa Umbria precisa che non si registra alcun ritardo nell’analisi dei campioni prelevati: i tempi impiegati per ottenere i risultati corrispondono a quelli necessari per la lavorazione dei campioni e per le indagini complesse cui vanno successivamente sottoposti al fine di giungere ai risultati, come da accreditamento e certificazioni che qualificano l’operatività del laboratorio Arpa Umbria».