San Bevignate, Cgil: «Diventi opportunità»

Perugia, sindacati entrano nella querelle che ha provocato il ribaltone all’Adisu: «fare in fretta e aprire confronto alle forze sociali e alle rappresentanze studentesche»

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La Cgil dell’Umbria e la Camera del lavoro di Perugia esprimono da tempo perplessità rispetto alla possibilità di confermare la costruzione dello studentato nei pressi di San Bevignate a Perugia. Perplessità date dalla diminuzione della popolazione studentesca e anche dai tanti alloggi vuoti nella città di Perugia e soprattutto nella zona di Monteluce.

IL CASO SAN BEVIGNATE – ARCHIVIO

L’interno di San Bevignate

No allo studentato «Siamo ovviamente coscienti – scrivono – delle ricadute economiche che una eventuale interruzione del progetto comporterebbe, ma siamo altrettanto consapevoli della necessità di non aggravare ulteriormente la situazione. Anzi, questo ‘pasticcio’, per troppo tempo lasciato a macerare senza interventi, va trasformato in opportunità». Secondo la Cgil infatti la vicenda di San Bevignate può diventare un’occasione per aprire una riflessione su Perugia e sul rapporto tra la città capoluogo e le sue università.

Parliamone Va letto in tal senso l’appello lanciato al sindaco Andrea Romizi e al rettore dell’Università degli Studi, Franco Moriconi: «L’auspicio è che si avvii subito un vero confronto – continua la nota Cgil – ma aperto alla città, alle forze sociali, alle rappresentanze studentesche, non solo sull’opportunità di bloccare un progetto che oggi per varie ragioni appare inadeguato, ma puntando ad allargare l’orizzonte a una progettazione condivisa sul ruolo dell’ateneo (insieme anche all’Università per Stranieri) per il rilancio di una città che oggi rischia di essere sempre più schiacciata in una dimensione provinciale che non le è propria. Le università sono da sempre un punto di forza fondamentale per Perugia e dal loro rilancio, cogliendo i segnali positivi arrivati lo scorso anno con un incremento delle immatricolazioni, dipende la capacità del capoluogo di riprendersi quel ruolo di città di respiro europeo che le appartiene».

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