Sangemini, cresce l’attesa per il piano. Appello alla Regione

Nuovo presidio ad Acquasparta, lavoratori esasperati. Martedì incontro convocato dal Mise

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di Federica Liberotti

Lavoratori della Sangemini-Amerino di nuovo in piazza, venerdì mattina, questa volta davanti ai cancelli dello stabilimento di Acquasparta e poi sotto la sede del Comune, per continuare la loro campagna di protesta e sensibilizzazione nei confronti della proprietà, Acque minerali d’Italia, che resta silente mentre si avvicina la data del 5 ottobre, quando al tribunale di Milano dovrebbe essere presentato il piano concordatario del gruppo. Nella giornata successiva, martedì alle 15,30, il Mise ha programmato un incontro in videoconferenza in cui sono stati convocati sindacati, istituzioni e azienda. In attesa di conoscere gli attesi sviluppi, la mobilitazione dei lavoratori – promossa da Fai Cgil, Flai Cisl e Uila Uil – si rivolge anche alla Regione, chiamata a prendere una posizione netta in questa vicenda nella quale sono in gioco 85 posti di lavoro e il futuro di marchi storici dell’industria alimentare del territorio.

Cgil provinciale: «Rispettare l’accordo del 2018»

Pieno sostegno a tutte «le iniziative e le battaglie» dei lavoratori Sangemini e Amerino e un richiamo alla Regione Umbria, affinché si faccia promotrice di un «patto di territorio» in difesa di realtà fondamentali del settore agroalimentare umbro. È quanto ha messo nero su bianco in un ordine del giorno approvato dal direttivo provinciale della Cgil di Terni, alla presenza della segretaria nazionale Ivana Galli. Il sindacato chiede di «monitorare con attenzione la presentazione da parte dell’azienda del piano industriale concordato, propedeutico all’omologazione del concordato». In particolare, la Camera del lavoro invita la Regione e le altre istituzioni competenti a verificare che nel piano industriale concordatario sia pienamente rispettato l’accordo del 2018 tra azienda, sindacati e la stessa Regione Umbria. Piano che prevedeva, tra le altre cose, gli investimenti in nuove linee di produzione (a partire dalla linea vetro), il mantenimento occupazionale e l’implementazione delle vendite.

L’Ugl: «Pieno sostegno alla mobilitazione»

«Totale appoggio e piena solidarietà ai lavoratori della Sangemini SpA in lotta per i loro diritti, per l’occupazione e, ora, anche contro l’indifferenza dimostrata loro dalla proprietà» viene espressa anche dalla segreteria territoriale dell’Ugl Terni. «Da tempo – si legge in una nota – l’azienda rifiuta un serio confronto con le organizzazioni sindacali e con i lavoratori, sia su problemi normativi e salariali, sia sul futuro produttivo del gruppo e, in particolare, di quello dello stabilimento sangeminese. All’inizio del 2014 il gruppo Norda acquisisce la Sangemini spa nonostante altri potenziali acquirenti grazie ad una lunga e travagliata trattativa politica comunale, provinciale e regionale. Il nuovo gruppo veniva presentato come salvatore della fabbrica sangeminese, dove fin da subito obbligo tutti i lavoratori (ormai ridotti allo stremo) a rinunciare a tutti i benefit economici e lavorativi . Primo passo dopo l’acquisizione è stato il contratto Coop per Fabia ma appena partito lo stabilimento di Tarsogno non ottemperarono al contratto, causando nel giro di poche settimane la cancellazione dell’ordine da parte della stessa, senza il minimo ostacolo o manifestazione di alcuna perplessità da parte dell’allora politica regionale che garantì per l’intera acquisizione sia delle concessioni delle acque che dello stabilimento. In seguito l’azienda garantì che le acque sangeminesi sarebbero state lo sponsor del Giubileo senza poi vederne più traccia, intanto sempre senza ostacoli toglie dalle posizioni commerciali la Fabia per mettere altre del gruppo Norda che viene rifornita da Lecco sia al centro che nel sud d’Italia togliendo anche quote di mercato che storicamente erano della Sangemini, inoltre si sospende la bottiglia pet verde a bianca, in più lancia il marchio come acqua per lo sport ottenendo a nostro avviso nessun risultato significativo per la Sangemini. Precisiamo che la storia dell’acqua Sangemini è per bambini e anziani, queste sono le sue caratteristiche che hanno reso questo marchio fra i più importanti d’Europa». A detta del sindacato coordinato da Daniele Francescangeli «oggi il gruppo Norda deve assolutamente mantenere gli accordi degli investimenti sottoscritti nell’accordo, altrimenti ne risentiranno le manutenzioni programmate e soprattutto ciò che è necessario per rendere lo stabilimento competitivo nel mercato delle acque minerali. La gravità di tali scelte nel non affrontare tali problematiche confermano il rifiuto sinora opposto dall’azienda di trattare sulle tantissime problematiche sopra riportate, segnano l’evidenza di non avere la situazione sotto controllo. La segreteria Ugl Terni – conclude la nota – sosterrà, laddove verrà richiesto, tutte le iniziative delle rsu elette e dei lavoratori tutti».

De Rebotti: «Sangemini patrimonio di tutti»

Anche il sindaco di Narni, Francesco De Rebotti, è intervenuto sulla situazione della Sangemini. «La situazione drammatica della Sangemini, dopo la mobilitazione e i numerosi appelli di sindacati e lavoratori – scrive in una nota – deve necessariamente ed immediatamente impegnare le istituzioni su due punti ormai chiari. l primo chiedere con decisione e fermezza, attraverso il Mise e la Regione, la messa a disposizione a tutti i soggetti firmatari dell’accordo del 2018, del piano industriale in concordato che, si dice, verrà prossimamente depositato dalla proprietà. Ciò affinché siano resi evidenti i contenuti del piano stesso per verificarne la corrispondenza con gli impegni sottoscritti nel 2018 in quell’accordo sofferto di cui mai si ha avuta la disponibilità di seguire nella sua attuazione, malgrado quanto stabilito nero su bianco. Il secondo, tenendo conto della permanente indisponibilità della proprietà a rendere noti e discutere i contenuti del piano, a chiedere che si attrezzi immediatamente un tavolo tecnico partecipato da Regione e Mise per individuare un piano alternativo, di collocazione sul mercato della produzione che, ricordo, attiene alla gestione di un bene pubblico come l’acqua, oggetto di concessione pubblica. Non si può perdere più inutilmente tempo, va richiamata la proprietà alle sue precise responsabilità ed in contemporanea individuata una via d’uscita fortemente sostenuta in punta di diritto, nel coinvolgimento degli attori principali del mercato, nella predisposizione di elementi a sostegno all’occupazione e all’investimento. La Sangemini è un patrimonio della nostra regione, così come la sua storia industriale. Così come è internazionalmente riconosciuto lo storico marchio, la qualità del prodotto ed il profondo attaccamento delle maestranze e delle comunità locali alla fabbrica. Per questi motivi – conclude De Rebotti – sono indispensabili azioni concrete come quelle suggerite».

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