Sangemini, due fondi per Ami: «50 milioni di liquidità, ma fuori 80 persone»

Le anticipazioni del piano concordatario presentato dal gruppo al tribunale di Milano. In pista Magnetar Capital e Clessidra restructuring

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Il fondo statunitense Magnetar Capital e Clessidra restructuring fund: sarebbero questi i nomi dei due nuovi investitori pronti ad entrare in supporto ad Acque Minerali d’Italia (il gruppo di cui fa parte anche la Sangemini-Amerino) nel piano concordatario presentato all’antivigilia di Natale al tribunale di Milano. A renderli noti, all’indomani dell’incontro al Mise, è stata l’edizione nazionale de Il Messaggero, che anticipa anche alcuni dettagli dello stesso piano.

SANGEMINI, NUOVI INVESTITORI: «MA CI SARÀ RISTRUTTURAZIONE OCCUPAZIONALE»

Il capitolo occupazione

Questo – è il dato più preoccupante per i lavoratori umbri, già esasperati dal prolungamento della cassa integrazione annunciato lunedì – prevederebbe tra le varie cose l’uscita di 80 unità di personale, su un totale di 550 dipendenti dell’intero gruppo, da concordare con sindacati e Mise. I due investitori – riferisce sempre Il Messaggero – dovrebbero portare ‘in dote’ 50 milioni di liquidità, soldi che serviranno a rimborsare al 10% i creditori chirografari e al 100% quelli privilegiati e Invitalia (180 milioni totali l’ammontare dell’indebitamento, che sarà coperto per circa il 35%). La partecipazione della famiglia Pessina dovrebbe scendere al 20%, ma esprimerà due (tra cui il presidente) dei sette membri del nuovo cda. Obiettivo dei nuovi azionisti è il rilancio dei marchi e il consolidamento dei 100 milioni di ricavi registrati nell’ultimo anno. Anticipazioni, quelle uscite sul quotidiano romano, che hanno avuto l’effetto di far arricciare il naso ai sindacati, visto che nulla di tutto questo è emerso nel corso dell’incontro di lunedì convocato dal Mise, quando l’azienda si è riservata di rendere noti i nomi degli investitori e i dettagli del piano – che ora passerà al vaglio del tribunale – più avanti.

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