«Io dal Perugia non prendo stipendio»

Il presidente Santopadre risponde alle accuse di tifosi e parte della stampa: «Non è vero che non vivo la città. Offerte? Solo una chiacchierata»

Condividi questo articolo su

Fra le tante, la critica più ricorrente che viene fatta al presidente è quella di utilizzare la società come ‘una vacca da mungere’, per citare la sua stessa citazione di D’Attoma (che poi era di Churchill), attraverso il percepimento di un ricco stipendio. ‘Accuse’ che – lo precisiamo – costituirebbero solo un addebito morale o etico, nell’interpretazione dei tifosi: se pure il presidente percepisse uno stipendio o un dividendo dalla società sarebbe nel suo pieno diritto.

«Reinvesto tutto quello che incasso»

Eppure, Santopadre ha voluto fare un passaggio su questo tema che, evidentemente, lo infastidisce molto, nel corso della conferenza stampa di presentazione di Gianluca Comotto: «Io non ho preso mai uno stipendio dal Perugia Calcio, tutto quello che è stato incassato, l’ho reinvestito nei giocatori e nelle infrastrutture. Non ho accetto che si faccia un’informazione sbagliata; noi oggi abbiamo venti giocatori di proprietà, abbiamo costruito questa squadra pezzo dopo pezzo, mattone dopo mattone. Il Perugia è una società forte e stimata».

Il Perugia, il Grifo, la città

Altro argomento che spesso torna sulle cronache, sui social e nelle trasmissioni televisive quello del suo scarso rapporto con la città. E anche su questo il presidente, che ancora una volta dimostra di essere spasmodicamente attento a quanto su di lui si scrive e si dice (segno che ci tiene), entra nel merito: «Quando mi dicono che non vivo la città non è vero, al Corso ci vado, nei limiti del possibile, ma vivo a Roma, ho un’azienda e una famiglia con delle problematiche. Sono retrocesso e mi prendo le critiche ma non fatemi passare per quello che non sono».

Le (presunte) offerte d’acquisto

«Il mio errore più grave? Ascoltare tutti», dice Santopadre, che attacca a testa bassa i suoi detrattori: «Chi non mi ha mai accettato sta godendo e sta cercando di far passare tante cose che non sono vere. Le offerte? L’offerta seria non c’è mai stata, ci sono offerte che devono esser fatte in una certa maniera, ufficiale e con una pec. Il resto sono chiacchiere. Quel giorno (con Canovi e Gaucci; ndr) sono state fatte solo chiacchiere rappresentando terze persone, da quel giorno non ho sentito più nessuno».

Su Comotto e Goretti

«Gianluca ha lasciato in noi un ricordo meraviglioso, non solo sul campo ma anche fuori dal campo e sono contentissimo che abbia deciso di ripartire da noi. Siamo retrocessi, molte cose non hanno funzionato, per scelte sbagliate da parte mia e dagli addetti ai lavori. Continuare a piangermi addosso non serve a niente: nella vita quando si cade bisogna rialzarsi e provarci subito. Ho parlato con Roberto e abbiamo capito che eravamo a fine corsa, la mia ripartenza è stata quella. Abbiamo sofferto, gioito, ci siamo abbracciati e abbiamo pianto insieme. Il pensiero di Gianluca frullava da qualche mese perché era una figura che avrei voluto da qualche tempo».

Il campo e i tribunali

«Ci saranno grandi difficoltà, vincere è sempre difficile, faremo una squadra competitiva perché ce lo possiamo permettere e poi aspetteremo il verdetto del campo. Giuridicamente il ricorso del Trapani ci può stare,ma adesso sto pensando di ricostruire la società per fare il bene del Perugia. Se poi dovesse avvenire qualche miracolo bene, ma il mio obiettivo non è quello, ma ricostruire».

Perugia, Santopadre e Comotto in conferenza

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli