Savit, è scontro sullo sciopero: «Basta gioco delle tre carte»

Terni – Revocata la mobilitazione del 10 e 11 maggio contro gli esuberi, per l’azienda è servizio essenziale. I sindacati: «Contratto autoferrotranvieri per tutti»

Condividi questo articolo su

«Quando ti assumono dicono che sei un metalmeccanico per abbassare il costo del lavoro, quando ti licenziano dicono che le attività non sono core business e se va bene ti regalano il contratto ‘multiservizi/pulimento’ con ulteriori tagli a diritti e salario, quando fai sciopero svolgi un servizio essenziale e sei assoggettato alle regole del trasporto pubblico locale non essendo più un metalmeccanico». È questo il ‘gioco delle tre carte’ che, secondo Fiom Cgil di Perugia e Terni e Ugl Metalmeccanici, starebbe portando avanti la Savit, l’azienda controllata da Busitalia, a totale capitale pubblico, che nei giorni scorsi ha annunciato sei licenziamenti di altrettanti lavoratori della sede ternana.

PROTESTA PER GLI ESUBERI ALLA SAVIT

Il ruolo della commissione garanzia

Dopo lo sciopero andato in scena il 26 aprile scorso, i dipendenti erano pronti ad incrociare nuovamente le braccia il 10 e 11 maggio, ma i sindacati hanno revocato la mobilitazione – con «grande senso di responsabilità», sottolineano – per recepire i rilievi che la commissione di garanzia che vigila sugli scioperi dei servizi pubblici essenziali ha presentato formalmente. «Quando come metalmeccanici abbiamo cominciato la vertenza – scrivono Fiom e Ugl -, ci siamo attenuti alle regole che nel nostro settore, per quanto riguarda i servizi pubblici essenziali, sono determinate dalla legge 146/91 a dall’accordo di gestione del 4 febbraio 2004, sottoscritto con Federmeccanica. Con queste modalità abbiamo attivato il giusto periodo di conciliazione raffreddamento, chiedendo alla nostra controparte di consegnare il piano dei servizi essenziali al fine di predisporre al meglio gli scioperi in programma. La Savit ci ha comunicato, quasi 20 giorni fa, che nessuna delle attività rientrava in quella fattispecie, salvo poi, a quattro giorni dallo sciopero – dopo un mese e mezzo di trattativa – scrivere alla commissione nazionale di garanzia per far inserire i rifornitori tra le attività configurate come strumentali al servizio di trasporto pubblico locale».

Nuova battaglia

I sindacati giudicano dunque «sleale» l’atteggiamento di Savit, accusando l’azienda di aver «esercitato un cavillo burocratico spaventata dalla massiccia adesione allo sciopero del 26 aprile 2021». «Questo escamotage – continuano – non fermerà la determinazione delle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici nel difendere i diritti, la dignità dei lavoratori e la qualità del trasporto pubblico locale, anzi proprio per questo la trattativa aumenta la sua portata, ora rivendichiamo il contratto collettivo degli autoferrotranvieri a tutto il personale Savit». Gli scioperi saranno dunque riprogrammati e «la lotta continuerà – concludono Fiom e Ugl Metalmeccanici – anche con questo obbiettivo da raggiungere».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli