Sciopero alla Sangemini: «Basta provocazioni»

Alta partecipazione alla protesta di giovedì, sindacati e rsu: «Tutela dell’occupazione e rilancio dei marchi»

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Giovedì anche i lavoratori della Sangemini hanno incrociato le braccia, nell’ambito dello sciopero di quattro ore proclamato dalle segreterie nazionali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, per tutto il gruppo Acque minerali d’Italia, dopo l’ultimo incontro con i rappresentanti della proprietà del 2 novembre. Forte l’adesione e la partecipazione da parte dei circa 86 dipendenti dei siti umbri, che tornano a chiedere «serietà da parte dell’azienda e non mere provocazioni».

A breve incontro con Comuni e Regione, si spera nel Mise

«È necessaria – dicono in una nota le segreterie territoriali delle tre sigle e le rsu di sito – la presentazione di un piano che tenga conto dei due pilastri fondamentali di cui si discute da mesi: la tutela dell’occupazione, nel rispetto totale dell’accordo del 2018 con la Regione Umbria, e il rilancio dei marchi storici dei siti umbri, che potrebbero risultare fondamentali per la ripresa economica di tutto il territorio in questo momento emergenziale particolarmente difficile. Solo sulla base di questi presupposti saremo aperti al dialogo e ad un confronto costruttivo». II 18 novembre viene considerato «fondamentale il passaggio con le istituzioni locali dei comuni interessati e della Regione Umbria, alla quale – continuano i sindacati – chiederemo di intervenire con tutti gli strumenti possibili a difesa dei nostri interessi. Confidiamo in un’ulteriore convocazione da parte del ministero per discutere di tutti gli strumenti possibili anche istituzionali, per mantenere la piena tutela dell’occupazione, lo sviluppo dei siti e il mantenimento e rilancio dei marchi. Ribadiamo, comunque, la prosecuzione dei percorsi come definiti e decisi insieme ai lavoratori in assemblea».

Frizioni sulla gestione della ‘cassa’

L’azienda ha spiegato che la ristrutturazione toccherà soltanto i marchi Gaudianello e appunto Sangemini, ma Fai, Flai e Uila sottolineano che non permetteranno «che i sacrifici siano solo per gli stabilimenti umbri e soprattutto sulle sole spalle di chi lavora da sempre con passione e dedizione». Lo scontro intanto si inasprisce anche dentro la fabbrica. «Apprendiamo inoltre in queste ore – continuano – che il direttore di stabilimento, con la compiacenza della direzione aziendale, continua a perseguire comportamenti scorretti e unilaterali nella gestione della cassa integrazione. Vengono programmate le giornate di cassa senza consultare le organizzazioni sindacali e le rsu di sito, venendo meno agli accordi presi. Ribadiamo che in mancanza di risposte concrete e partecipative, ci riserviamo di intraprendere azioni legali consentite e azioni di lotta con mobilitazioni mirate».

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