Sconti su gasolio e Gpl non dovuti: 31 indagati in imprese Altotiberine

Usufruivano illecitamente delle agevolazioni per usi domestici in zone non metanizzate. Nel mirino tabacchicoltura e allevamenti di polli

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I finanzieri del comando provinciale di Perugia hanno effettuato mirati controlli fiscali volti a verificare la corretta applicazione delle agevolazioni – previste dalla legge 488 del 1998 – consistenti nel taglio delle accise per l’acquisto di Gpl e gasolio per il riscaldamento di abitazioni private a favore dei cittadini che risiedono in aree geografiche particolarmente svantaggiate, dove non è disponibile una rete di distribuzione del gas naturale (aree cosiddette ‘non metanizzate’).

Come funzionano gli sconti su Gpl e gasolio

Nel dettaglio, il legislatore ha subordinato il taglio dell’imposta alla presentazione di una dichiarazione sostitutiva di notorietà che attesti la residenza in una delle zone individuate con specifiche delibere comunali e l’impiego per usi domestici. Il fornitore del combustibile, ricevuto l’atto notorio, applica direttamente in fattura lo sconto dell’imposta (pari a 0,12256 euro per ogni litro di gasolio da riscaldamento e 0,15101 euro per ogni chilo di Gpl). Per gli acquisti già effettuati, è invece possibile richiedere un rimborso presentando apposita richiesta all’Agenzia delle Dogane.

Coltivatori di tabacco e allevatori di pollame nel Tifernate

In tale ambito, i militari della tenenza di Città di Castello, all’esito di attività di intelligence ed analisi del contesto normativo ed economico di riferimento, condotte mediante sopralluoghi, esame di documentazione contabile ed amministrativa, avvalendosi anche dei dati estrapolati dalle banche, hanno fatto emergere un sistema ritenuto fraudolento, diffuso in alcune aree del Tifernate, basato su attestazioni considerate non veritiere prodotte da imprenditori locali, operanti nel settore della tabacchicoltura e dell’allevamento di pollame.

Gli usi ‘contra legem’

«Contrariamente a quanto dichiarato dai contribuenti sottoposti a verifica – spiega il comando provinciale di Perugia delle Fiamme Gialle – i finanzieri hanno appurato che i prodotti energetici acquistati con regime agevolato non venivano impiegati per il riscaldamento domestico, ma per l’alimentazione degli impianti di essiccazione del tabacco o per il riscaldamento delle gabbie degli allevamenti ubicati, tra l’altro, in zone regolarmente servite dalla rete di distribuzione del metano».

Evase circa 600 mila euro di accise: trentuno indagati

Complessivamente, nell’arco di un biennio, «sono state concluse 28 verifiche fiscali nei confronti di altrettante imprese che hanno sistematicamente frodato l’Erario, evadendo accise per oltre 596 mila euro su un totale di circa 7.500.000 litri di prodotti petroliferi consumati ‘in frode’. Le stesse sono state segnalate all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per il recupero dell’imposta evasa e l’irrogazione della sanzione amministrativa prevista dall’’articolo 50 del decreto legislativo 504 del 1995 (Testo Unico Accise). Trentuno soggetti (legali rappresentanti delle società e titolari delle ditte sottoposte a controllo) inoltre, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Perugi, per aver rilasciato false attestazioni ai fornitori e per aver destinato ad usi soggetti a maggiore imposta, prodotti ammessi ad aliquote agevolate».

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