Scorie Ast, Tapojärvi: «Pronti a collaborare con il territorio»

Ad inizio 2021 al via il recupero ma rimane il vuoto legislativo sul riutilizzo del prodotto. «Sugli esuberi faremo la nostra parte»

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In Italia c’è un vuoto normativo, in merito alla possibilità di riutilizzo delle scorie di acciaieria, che è ancora tutto da colmare, nonostante questo il management di Tapojärvi è convinto di avere, alla luce delle indagini fatte, opportunità di mercato e dunque clienti potenziali, anche in Umbria e nel Lazio, per dare l’impulso decisivo alla tecnologia di recupero degli scarti che sarà messa a punto per conto di Ast: rassicurazioni, queste, arrivate venerdì mattina direttamente dall’amministratore delegato di Tapojärvi Italia, Martti Kaikkonen, e dallo chief commercial officer, Henri Pilvento, insieme a Roberta Bontempo, responsabile delle risorse umane della divisione italiana dell’azienda finlandese.

Tempi e problematiche

Un’occasione per presentarsi, negli uffici di Confindustria Terni, e per fornire nuovi elementi sul timing del progetto. Come ha spiegato lo stesso Pilvento, in questa fase la società è in attesa di ottenere dalle autorità competenti i permessi per la costruzione dello stabilimento per il recupero, che dovrebbero arrivare entro la fine del 2019, per poi dare il via ai lavori, previsti per l’intero 2020, così da poter iniziare con il recupero delle scorie – «approssimativamente» – nei primi mesi del 2021. Secondo il contratto firmato con Ast, in una prima fase Tapojärvi punta ad un recupero del 25%, che potrà poi crescere fino al 90%. Il problema, al momento, rimane cosa farne di questo prodotto, che già in Finlandia viene utilizzato per la costruzione di strade ed altre infrastrutture. «Ci sono clienti disponibili a comprarlo – ha spiegato Bontempo -, ma è necessario ora un lavoro di ricerca per sostanziare il fatto, di fronte alla legislazione italiana, che questi prodotti non sono nocivi alla fine della lavorazione. Qualcosa si sta muovendo, ma è un processo fuori dalla portata dell’azienda ed è necessario mobilitare la sensibilità di tutti».

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L’impegno per il lavoro

Poi c’è il nodo occupazione. Venerdì i manager di Tapojärvi non si sono sbilanciati sui numeri – a fine luglio con i sindacati era stata annunciata l’intenzione di assorbire solo 35 dei 43 operai oggi occupati nel primo appalto Ilserv in scadenza, quello del Global Service -, ma hanno assicurato di voler cercare di «instaurare un buon rapporto con le forze sindacali». «Al momento numeri precisi non possono essere dati, ma ci sono buone conversazioni in essere con i sindacati» ha detto Pilvento. «L’azienda – ha aggiunto Bontempo – si pone in maniera aperta e comunicativa, ma bisogna anche guardare la sua ottica: un programma di investimenti sostanzioso, con l’obiettivo di riuscire a recuperare una percentuale scorie e dare un servizio. Nel momento in cui sarà investita della problematica dell’esubero ci sarà tutta la sua collaborazione. Siamo contenti di avere dipendenti Ilserv, ma la quantità del personale è qualcosa che è legato all’organizzazione lavoro di Tapojärvi, il modo in cui è abituata a lavorare. Non c’è alcuna chiusura ad utilizzare al meglio le risorse presenti sul territorio».

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Qualche numero

Tapojärvi è un’azienda nata nel 1955 nel settore dei servizi minerari e industriali e valorizza circa 750.000 tonnellate di sottoprodotti industriali all’anno nei due impianti di Tornio, ai quali si aggiungerà il terzo in Italia. Impiega circa 438 dipendenti, con un’età media di 36 anni. Nell’anno fiscale 2017/2018 ha registrato un fatturato di 115,7 milioni di euro, in costante crescita dal 2010, con un profitto operativo del 9,6% e un grado di capitalizzazione del 54,2%. Nello stesso periodo gli investimenti sono stati di 5,8 milioni di euro. L’investimento finale a Terni dovrebbe raggiungere i 50 milioni di euro.

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