Senza permesso e costretta a fare i conti con le barriere: «Se vi sembra giusto»

Acquasparta – La segnalazione di una 66enne che per problemi ‘burocratici’ non riesce a farsi rilasciare un’autorizzazione temporanea dal Comune. Non l’unico problema

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Un permesso temporaneo per disabili che sembra impossibile ottenere, almeno nelle modalità più semplici e immediate, ed un disagio che abbraccia anche l’accesso al distretto sanitario, limitato da barriere architettoniche. A segnalare le situazioni, che accadono ad Acquasparta, è una 66enne di origini ternane, residente a Roma ma domiciliata dal giugno 2020 – causa Covid – nella frazione acquaspartana di Portaria. La donna, invalida civile all’80% e che lo scorso 3 marzo ha riportato la frattura del perone della gamba sinistra, ha chiesto al Comune di Acquasparta di poter avere a disposizione un permesso temporaneo per parcheggiare negli stalli riservati ai disabili. Ricevendo però una risposta che la invita a rivolgersi al Comune e quindi alle strutture – sanitarie e non – del proprio territorio di residenza, ovvero Roma. Un fatto che, unito alle difficoltà di accesso agli ambulatori per le necessarie terapie, ha spinto la signora a contestare quanto sta accadendo.

Odissea

«Ho chiesto agli uffici comunali ed alla polizia Locale – scriveva nella sua missiva inviata al sindaco lo scorso 16 marzo, ma nulla è cambiato – un permesso provvisorio per poter parcheggiare nei parcheggi riservati ad invalidi non deambulanti e poter arrivare, per controlli medici, radiografie e terapie da iniziare tra qualche giorno, alle rampe di accesso con la sedia a rotelle. Da giorni ricevo al telefono, dagli uffici, risposte sommarie, contraddittorie e addirittura oggi, quando una persona da me incaricata si è recata negli uffici della polizia Locale per ritirare il permesso richiesto da giorni, portando cone sé tutta la documentazione che ci era stata richiesta la settimana passata, ci è stato detto che quello che loro ci avevano richiesto non vale nulla, che dovrò pagare circa 60 euro di bolli e tasse varie recandomi anche alle Poste, portare foto e richiesta della commissione medica. Una volta fatto tutto questo, dovrò portare la richiesta di permesso al protocollo del Comune (personalmente, non inviandola con Pec) e in seguito l’ente, con i ‘tempi necessari’, trasmetterà con procedure amministrative alla polizia Locale la richiesta da me presentata. Da quel momento partirà un procedimento di indagini per valutare se potrò avere il permesso e coinvolgeranno gli uffici ‘competenti’ attendendone le risposte nei ‘tempi necessari’. In sostanza – spiega la donna -, ho la gamba ingessata dal 4 marzo e chiaramente, mentre tale permesso non mi era necessario per i primi giorni, in quanto per il dolore e l’assoluta immobilità da tenere sono rimasta sempre a letto, ora è indispensabile. Il dirigente medico del distretto di Acquasparta ha dichiarato che ne avrò bisogno almeno fino al 13 maggio per completare le terapie riabilitative, non potendo ugualmente camminare per un lungo periodo».

«Eppure la soluzione sarebbe semplicissima»

«Il permesso invalidi – si legge poi nella lettera – mi è necessario per poter arrivare alle rampe disabili e lasciare poi lì parcheggiata l’auto per il tempo strettamente necessario per visite ed esami medici, dato che chi mi accompagna deve spingere la carrozzina e rimanere a farmi assistenza, senza che io debba essere multata per aver utilizzato un parcheggio invalidi. Avevo chiesto il permesso fornendo la certificazione del pronto soccorso che è rilasciata da un medico con funzioni di pubblico ufficiale. Non andava bene perché doveva essere ‘un medico legale dipendente Usl o un medico del distretto di Acquasparta’, come richiestomi dalla polizia Locale di Acquasparta. Ora ho presentato anche la certificazione del medico del distretto e non è sufficiente nemmeno quella. Chiedere poi, come loro pretendono, una visita in commissione medica per un permesso provvisorio della durata di alcune settimane, a Roma, è semplicemente assurdo. Equivale a non voler rilasciare alcun permesso. Le procedure che vogliono impormi, comportano tempi di alcuni mesi e alla fine arriverebbe un permesso provvisorio quando sicuramente, spero, non ne avrò più bisogno. Mi auguro di poter risolvere il problema che ho esposto; diversamente rimarrò a casa bloccata ma credo sia giusto che a mezzo stampa i cittadini siano informati di come persone in reale ed oggettiva difficoltà fisica, non possano trovare soluzioni ai loro problemi anche se tali soluzioni sarebbero molto semplici da fornire anche solo in un giorno».

E poi c’è la barriera architettonica

Poi, dulcis in fundo, c’è la questione-rampa relativa al distretto sanitario di Acquasparta: «Alla fine della rampa – osserva la donna – è presente una cunetta di asfalto talmente alta che non consente di poterla superare con una carrozzina. Lo segnalo direttamente affinchè si possa provvedere per me ed altri che hanno necessità di utilizzare la rampa».

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