Si continua a discutere, a Perugia, del problema della sicurezza negli uffici pubblici, in primis quelli giudiziari, luogo dove si scaricano maggiormente le tensioni sociali e i conflitti.
Questione sicurezza A tornare sull’argomento dopo che, lo scorso 25 settembre, un 53enne di Spello, Roberto Ferracci, è entrato nelle stanze del tribunale civile di Perugia, in piazza Matteotti, e, armato di coltello, ha ferito i giudici Francesca Altrui e Umberto Rana, è stato il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Legnini. Nel capoluogo umbro per un incontro con i vertici degli uffici giudiziari, Legnini ha detto: «Non esiste nel nostro Paese altro luogo pubblico dove si scaricano tensioni sociali, conflitti e i rischi di ogni genere come accade negli uffici giudiziari italiani: eppure sappiamo che il grado di sicurezza che viene assicurato ad altre funzioni pubbliche spesso è molto superiore a quello che viene riservato agli uffici giudiziari».
Presente all’incontro di venerdì anche Umberto Rana, il magistrato colpito mentre cercava di difendere dall’aggressore la collega Francesca Altrui. Assieme a Legnini, a Perugia erano presenti anche due consiglieri del Csm, il togato Luca Palamara e il laico Giuseppe Fanfani e sono intervenuti il presidente della Corte d’appello di Perugia, Mario Vincenzo D’Aprile, il procuratore generale Fausto Cardella, il procuratore capo, Luigi De Ficchy, la neo presidente del Tribunale, Mariella Roberti, nominata il 5 ottobre, il sostituto procuratore Mario Formisano e il presidente dell’Ordine degli avvocati, Gianluca Calvieri.
Più protezione «Dobbiamo riposizionare il dibattito e le iniziative ripartendo da qui – ha affermato Legnini – dalla priorità di proteggere, non solo nell’interesse dei magistrati ma di tutti quelli che frequentano le aule di giustizia, compresi i cittadini che vi accedono quotidianamente. Se vogliamo vincere la sfida di una giustizia equa ed efficiente, in linea con i parametri europei, abbiamo bisogno di riforme ma anche di investimenti, tecnologie, sedi e servizi all’altezza di un paese civile ed europeo».
Il bando Intanto martedì al Tar dell’Umbria, la Securpool ha rinunciato alla domanda cautelare per chiedere la sospensione dell’appalto vinto dall’azienda ternana Cesar Group dopo aver fatto ricorso all’indomani dell’assegnazione dell’appalto destinato all’azienda dal 1 ottobre al 31 dicembre prossimo. In attesa dell’udienza di merito, in programma per il prossimo 27 febbraio, per capire se se la procedura negoziata attivata dal ministero della Giustizia sia stata seguita correttamente, al momento la sicurezza nelle aule dei tribunali sarà garantita dalla Cesar Group.