Sisma, Castelluccio: «Serve la strada»

Sabato arriva la commissaria europea Corina Cretu, ma intanto gli imprenditori lanciano l’ennessimo appello: «Indispensabile garantire l’accesso al paese»

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L’Ue non abbandona la Valnerina. Lo aveva annunciato nei giorni scorsi e ora è stata ufficializzata l’agenda della commissaria europea per le politiche regionali Corina Cretu che sabato sarà a Norcia e a Cascia per portare il sostegno delle istituzioni comunitarie alle zone colpite dai recenti terremoti.

La commissaria Ue alle politiche regionali Cretu

La visita Con lei ci sarà la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini che a partire dalle 10.30 la accompagnerà per una visita al centro storico, di cui di recente è stata ristretta la zona rossa dopo la riapertura di corso Sertorio, e anche a ciò che resta della basilica di San Benedetto, su cui procedono i lavori dei Vigili del fuoco. Durante la visita la commissaria sarà affiancata anche dal responsabile della Protezione civile, Fabrizio Curcio, e dal Commissario per la ricostruzione, Vasco Errani. Alle 13 la Cretu si sposterà a Cascia, per una breve visita al piccolo centro colpito dal sisma.

La strada per Castelluccio

Gli aiuti Ue «A seguito dei tragici eventi naturali che hanno a più riprese colpito l’Italia fin dall’agosto scorso, la Commissione europea – si legge in una sua nota – si è mostrata da subito vicina all’Italia. Il presidente Juncker ha dichiarato che la Commissione è pronta a mobilitare tutti gli strumenti a sua disposizione per aiutare l’Italia: ‘l’Ue non lascerà sola l’Italia ad affrontare questa tragedia». Alla fine di novembre, infatti, la Commissione ha annunciato una prima tranche di aiuti del valore di 30 milioni di euro sotto il Fondo di solidarietà e ha inoltre proposto di finanziare completamente le operazioni di ricostruzione con i programmi dei Fondi strutturali, con un emendamento alle regole della politica di coesione che introduce un tasso di cofinanziamento da parte della Ue del 100% per le operazioni di ricostruzione legate a disastri naturali.

Castelluccio di Norcia: com’era e com’è

Castelluccio di Norcia Intanto, però, tra mille difficoltà si cerca di tornare alla normalità, là dove possibile. A Castelluccio di Norcia, però, la situazione rimane ancora critica e proprio da lì parte un appello fondamentale per la ripresa. «Riaprire quanto prima la strada d’accesso, solo così potremmo iniziare a pensare alla ricostruzione». E’ questo il messaggio disperato di chi a Castelluccio, paesino ora distrutto e isolato, ci lavorava fino al 30 ottobre. «Se non possiamo salire, non potremmo nemmeno procedere alla semina della lenticchia e quindi addio anche alla nostra famosa fioritura e sarebbe un ulteriore enorme danno per questa terra già così martoriata», sottolinea Nello Perla, presidente della cooperativa agricola Castelluccio che conta 13 soci.

Castelluccio sotto la neve

L’osteria mobile La voglia di ripartire, a più di cinque mesi dalle prime scosse, è tanta. «Ma alla speranza si alternano momenti di grande sconforto, anche se da parte mia e di tanti altri c’è la volontà assoluta di ricostruire e ricominciare», racconta Sara Coccia, titolare di un agriturismo e produttrice di formaggio. Ma in attesa di tornare, c’è chi si organizza in modo diverso per continuare a lavorare. Lo hanno fatto Maria Luisa Trabalza e suo marito Luigi che si sono inventati una vera e propria osteria mobile con cui girare l’Umbria e preparare tutte le specialità che servivano prima del terremoto nel loro ristorante. Un vero e proprio food truck come quelli tanto di moda nelle grandi capitali europee e che girano con cucine attrezzate montate all’interno di furgoncini colorati. 

Voglia di ricominciare «È una cosa nuova – racconta – ma se vogliamo continuare a lavorare ci dobbiamo inventare qualcosa, solo così ci permetterà di tornare un giorno nella nostra Castelluccio». Prima che tutto fosse distrutto dal terremoto, in questo borgo si contavano una trentina di piccole imprese tra produttori, allevatori e operatori della ricezione turistica e il tema della ricostruzione, assieme a quello della strada, è il cuore della discussione. «Ci auguriamo che venga individuato un piano che possa permettere di ricostruire edifici sicuri, preferibilmente in legno, perché se è vero che tutti vogliamo tornare nel nostro paese, è anche vero che in tutti noi c’è anche tanta paura», racconta ancora Sara che intanto ha presentato domanda per delocalizzare la sua attività. «Ho chiesto – spiega – di aprirne un’altra, quando sarà possibile, proprio davanti a quella ora distrutta. Da Castelluccio io non me ne vado»

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