Sisma e ricostruzione: «Solo parole, ora fatti»

Norcia, monsignor Boccardo annuncia l’istituzione della commissione per ricostruire San Benedetto: «Non si può fare finta di nulla»

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La bellezza ferita. La basilica di San Benedetto a Norcia, ridotta a un cumulo di macerie dopo il terremoto, è stata al centro di un convegno organizzato dalla Pontificia università gregoriana sul tema del sisma e dei beni culturali della chiesa, con il patrocinio del ministero dei Beni culturali.

La gabbia intorno alla basilica

Commissione ad hoc Ad aprire gli interventi, giovedì mattina, è stato lo stesso arcivescovo di Spoleto e Norcia, monsignor Renato Boccardo, che sotto il titolo ‘La bellezza ferita’ ha voluto presentare lo stato della basilica dedicata a San Benedetto e i progetti di recupero e restauro, la messa in sicurezza e la ricostruzione. «E’ imminente la costituzione di un’apposita commissione formata dal ministero, la diocesi di Norcia, la Regione e il comune – ha detto Boccardo – per studiare le modalità di ricostruzione della basilica». Il lavoro della commissione potrebbe avere come obiettivo, come ha spiegato Boccardo, l’indizione di un concorso internazionale aperto anche agli esponenti dell’architettura contemporanea.

IL TERREMOTO

Il concorso L’ipotesi del concorso internazionale già tempo è nella mente dell’arcivescovo. Dopo la messa in sicurezza di ciò che resta della struttura e dei beni artistici, tele, statue, arredi, reliquari e vasi sacri portati al deposito di Santo Chiodo, a Spoleto, la proposta di Boccardo era quella di realizzare un luogo della memoria in attesa di una ricostruzione definitiva. «Sono fortemente perplesso – ha proseguito – a un’ipotesi di ricostruire tutto com’era come se nulla fosse mai accaduto». Ecco, allora, che il concorso internazionale potrebbe portare a un progetto che tenga insieme i pezzi rimasti della chiesa, la facciata, l’abside, la base del campanile, da collegare a un’aula liturgica nuova in modo da custodire la memoria del passato ma con un’apertura al futuro.

I vigili del fuoco a lavoro sulla basilica

Chiese inagibili «È terribile non riconoscere più i luoghi in cui si è vissuti, il terremoto è come un Alzheimer per una comunità. Per chi con quei luoghi e quelle opere ha convissuto per anni, le immagini di distruzione provocano un indicibile dolore», ha proseguito poi Boccardo. Sulla ricostruzione, ha detto ancora il monsignore, serve dare un’accelerata. «Tutti ne parlano ma non si vede ancora la realizzazione. Nella nostra diocesi ci sono duecento chiese inutilizzabili, a Norcia non si può contare su un solo edificio di culto». Perché, al momento, le macerie ancora non sono state rimosse.

Vita dignitosa «Occorre garantire massima sicurezza, – ha concluso Boccardo – superando il rapporto feticista con il passato perché priorità è restituire alla gente della Valnerina una vita dignitosa, quella grande bellezza di cui sentiamo grande nostalgia».

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