Sisma, prefabbricati servono 150 stalle

Un incontro tra la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini e i sindaci e le associazioni di catergoria. Intanto continuano anche le verifiche sugli edifici scolastici

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Mentre la verifica dell’agibilità degli istituti scolastici va avanti, lunedì è stata firmata l’ordinanza 415 per far fronte all’emergenza terremoto nel settore zootecnico. Per accelerare i lavori di urbanizzazione necessari al posizionamento dei ‘mapre’, i moduli abitativi provvisori rurali, con i relativi allacci, Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, possono avvalersi oltre che delle proprie strutture anche di strutture pubblici. La misura vale per tutti gli operatori colpiti a partire dalla scossa del 24 agosto 2016.

img_9023Ricognizione danni quasi completa «Ad oggi l’Umbria ha pressoché completato la ricognizione dei danni in termini di agibilità o inagibilità delle strutture». Nell’incontro di mercoledì pomeriggio al Centro di protezione civile di Foligno, la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini ha illustrato ai sindaci e alle associazioni di categoria le disposizioni già emanate, che dovrebbe ampliarsi nelle prossime ore con ulteriori ordinanze del commissario straordinario, volte a tamponare l’emergenza degli allevatori, non solo umbri, ma di tutte le regioni interessate dal sisma. All’incontro erano presenti anche il dirigente del servizio di Protezione Civile regionale Alfiero Moretti e i direttori regionali, Ciro becchetti e Diego Zurli.

I moduli stalla e quelli abitativi Dal report della situazione in Umbria dopo il sisma del 30 ottobre, emerge che il problema più rilevante da risolvere allo stato attuale è quello di incrementare l’originaria fornitura di moduli stalla (limitata a 15 a seguito del sisma del 24 agosto), con ulteriori forniture sia di moduli abitativi, sia di stalle che allo stato attuale superano le 150 per le stalle e 70 moduli abitativi per gli allevatori. «Ad oggi – ha sottolineato la presidente – l’Umbria ha pressoché completato la ricognizione dei danni in termini di agibilità o inagibilità delle strutture. È stata completata la gara per i moduli abitativi e si ha la certezza della disponibilità di un numero di moduli sufficiente anche per i danneggiati del sisma del 30 ottobre».

Avvio dei cantieri Insieme ai provvedimenti emanati per la gestione dell’emergenza la presidente ha illustrato le ordinanze del commissario straordinario che consentono l’immediato avvio dei cantieri per la ricostruzione sia in materia di danni lievi, sia limitatamente alle sole attività produttive comprese quelle agricole, anche per gli edifici che presentano danni gravi. Questi provvedimenti consentono l’immediata apertura dei cantieri per riparare, ripristinare o ricostruire gli impianti produttivi danneggiati dagli eventi sismici. «È importante evidenziare – ha detto la presidente – che tutte le opere che rendono funzionale l’attività produttiva si estendono anche all’agricoltura e quindi si offre all’imprenditore agricolo la possibilità di effettuare i lavori anche in autonomia per poi ottenere il rimborso dei costi, non solo per i lavori, ma anche per i tecnici che devono essere iscritti all’apposito elenco. Tutto ciò rispettando regole ben precise».

Favorire la ripresa delle attività In questa fase, ha concluso Catiuscia Marini, «è fondamentale che le associazioni garantiscano nell’illustrare agli associati tutte le possibilità che i decreti e le ordinanze prevedono per gestire l’emergenza e garantire la continuità produttiva delle imprese con diverse possibilità di interventi di emergenza e una una gamma di opzioni utili anche per accelerare la soluzione dei problemi di ricovero immediato degli animali. Proprio per poter dare tutte le informazioni utili abbiamo ritenuto di fissare questo incontro importante per velocizzare e favorire la ripresa delle attività sfruttando tutte le opportunità previste dai provvedimenti che offrono soluzioni temporanee agli allevatori e alle loro famiglie. Programmeremo prossimi incontri per dare tutte le informazioni utili agli allevatori e agli agricoltori».

Allevatori e Regioni Gli allevatori possono chiedere alla Regione di eseguire autonomamente i lavori di predisposizione delle aree su cui collocare le strutture temporanee, presentando una planimetria dell’area interessata. La Regione rilascia quindi autorizzazione, fornendo contestualmente indicazioni per la realizzazione degli interventi oltre a tipologia e importo massimo di spesa per la realizzazione degli interventi. Le spese tecniche sono riconosciute nella misura massima del 10 per cento dell’importo dei lavori. La Regione riconosce quindi un contributo a copertura delle spese sostenute. Per ottenere il rimborso, al termine dei lavori, l’allevatore deve presentare il progetto delle opere realizzate, il dettaglio delle lavorazioni, l’elenco delle spese sostenute e le fatture, anche non firmate, dei lavori e delle spese tecniche. Dopo le verifica degli interventi eseguiti e della documentazione presentata, la Regione eroga il contributo in una unica soluzione. L’allevatore ha 15 giorni di tempo dal pagamento della Regione per presentare le fatture firmate. Oltre questo termine scatta la revoca del contributo. In questo caso deve essere restituito. Le Regioni, con il supporto del corpo forestale dello Stato, devono monitorare la realizzazione degli interventi in corso d’opera, per valutarne la conformità al progetto approvato. Lazio e Umbria – che dopo la scossa del 24 agosto hanno curato le gare per fronteggiare le esigenze del settore zootecnico – verificano, entro due giorni dall’adozione di questa ordinanza, la capacità di risposta degli aggiudicatari alle nuove esigenze emerse dopo gli eventi di ottobre.

Le scuole Secondo i dati forniti dalle Regioni alla direzione di comando e controllo della Protezione civile, le squadre di tecnici abilitati Aedes (Agibilità e danno nell’emergenza sismica) hanno effettuato complessivamente 1054 sopralluoghi su istituiti scolastici di ogni ordine e grado. Sono 680 gli edifici risultati agibili, 68 gli esiti di inagibilità, mentre 280 sono quelli temporaneamente o parzialmente inagibili. Nove edifici sono, infine, da rivedere e due sono le verifiche al momento senza esito.

Umbria, Lazio, Marche e Abruzzo Le verifiche effettuate in Umbria sono 241. Sono 153 gli edifici dichiarati agibili, ma ce ne sono cinque che pur non essendo danneggiati, risultano inagibili per rischio esterno. Sette, invece, gli esiti di inagibilità, mentre 76 sono gli immobili temporaneamente o parzialmente inagibili. A seguito di un riconteggio dei dati con riferimento ai vari plessi, sono 130 le verifiche effettuate dalle quali risultano 96 istituti agibili, 25 temporaneamente o parzialmente inagibili, tre inagibili, quattro da rivedere e due senza esito. Sono 486 le verifiche effettuate che indicano 307 edifici agibili e quattro inagibili per rischio esterno anche se nono sono danneggiati. Sono invece 46 gli esiti di inagibilità e 128 sono gli immobili temporaneamente o parzialmente inagibili. Un edificio è da rivedere. Sono state fatte 197 verifiche: 124 edifici sono stati dichiarati agibili, 18 plessi inagibili e 51 sono gli immobili temporaneamente o parzialmente inagibili. Quattro, invece, da rivedere.

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