Sisma Umbria 2016: l’appello dell’ABI per la sospensione dei mutui

Il direttore generale dell’Associazione bancaria italiana si schiera con famiglie e imprese del territorio

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di Giovanni Cardarello

È davvero accorato l’appello che il direttore generale dell’ABI (l’Associazione bancaria italiana), Giovanni Sabatini, ha lanciato nel corso dell’audizione relativa alla manovra finanziaria per l’anno 2024. Sabatini è stato convocato dalle commissioni congiunte bilancio di Senato e Camera per reperire pareri e indicazioni dell’associazione che raccoglie gli istituti bancari attivi sul territorio nazionale, sul provvedimento fondamentale per il funzionamento economico dello Stato. E, in maniera decisamente irrituale, Sabatini ha messo in evidenza un tema che interessa tanti tra privati e aziende del territorio umbro.

Il tema del confronto è quello della sospensione dei mutui per famiglia e imprese colpite del terremoto del centro Italia del 2016.
Famiglie e imprese che, a causa di norme UE decisamente troppo stringenti, non possano essere aiutate dalle banche attraverso la sospensione di mutui e prestiti. Il motivo: perché considerati a rischio rimborso. Un vero e proprio paradosso, lo definisce Sabatini, argomentando che «se la banca vuole aiutare il cliente a uscire da una situazione di difficoltà, spalmando in un periodo più lungo la restituzione del debito, non può farlo perché rischia di pregiudicare la condizione del beneficiario». Di fatto gli rende difficile, se non impossibile, il ricorso a nuovi finanziamenti.

Il motivo, spiega sempre il massimo dirigente dell’ABI, è che le banche sono soggette a disposizioni di vigilanza europee, disposizioni che considerano le operazioni di sospensione come misure di forbearance, di tolleranza nella concessione. Secondo le attuali norme UE, questo fattore relega il beneficiario della misura, essenzialmente la sospensione di mutui e prestiti, un soggetto forborne, tollerato nel senso di soggetto a cui viene elevato il livello di rischio.

Non solo. In alcuni casi l’esposizione creditoria viene classificata come deteriorata determinando una doppia conseguenza. Lato cliente, come accennato, la possibilità di accedere ad ulteriori crediti e, lato banca, la certezza di subire una riduzione dei pagamenti attualizzati netti relativi alla ridotta obbligazione finanziaria di oltre l’1%. Una cifra sui grandi numeri affatto banale. Un danno doppio, quindi, per il quale l’ABI chiede alla politica di agire in sede europea per ottenere una modifica alla norma o, quanto meno, una deroga che tenga conto della particolare situazione che vive l’Umbria, così come ovviamente le altre regioni colpite dal sisma.

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