di A.V.
«Questo è un luogo in cui si spiega. L’obiettivo è insegnare a fare domande, perché se si fanno nel modo giusto allora si ricevono risposte», con queste parole Tommaso Onofri spiega cos’è ‘SocialLogo’. Uno spazio di quasi 200 metri quadri, in via del mercato vecchio, all’angolo di piazza dei bambini e delle bambine. Uno spazio privato che sarà però dedicato al pubblico.
Il progetto «’SocialLogo’ – continua Onofri – è la parte bassa di un iceberg che è ‘SloFactory&SloFarm’. Il progetto che fa parte del programma ‘Smart City ’, «è un progetto di sviluppo territoriale e di efficientamento energetico». È il punto di incontro tra ruralità e urbanità, tra la città e il suo territorio, tra la città e i suoi quartieri.
TOMMASO ONOFRI SPIEGA IL PROGETTO – IL VIDEO
‘SocialLogo’ Sarà uno spazio di concertazione territoriale, ma anche un incubatore di imprese che prima ancora ambisce a essere un incubatore di idee. «Useremo il modello gestionale del progetto Mandela», spiega Onofri. Questo spazio sarà un luogo di vendita diretta di prodotti agricoli a km0 e a filiera corta, ma sarà anche il luogo dove sarà possibile parlare di qualità, di rapporto qualità prezzo, e di come fa un olio extravergine di oliva a costare 3,00 euro al litro. È stato adibito, infatti, uno spazio conferenze da 30/60 posti servito da tre telecamere con l’obiettivo di produrre una documentazione di ciò che viene detto, ma anche utili a lasciare testimonianze registrate degli impegni che in quel luogo uno si prende. Infine, sarà anche spazio di coworking a disposizione delle piccole realtà sia imprenditoriali, sia associative.
Gli agricoltori «Si farà vendita di prodotti agricoli a chilometri 0, non per i grandi produttori, ma per i piccoli produttori, per quelli che non hanno la forza di crearsi un loro brand e promuoversi sul territorio», spiega Onofri. «Le piccole aziende, così, andranno in un posto di pregio, di qualità, al centro della città, in uno spazio dove sì, la vendita diretta è utile perché con la vendita dal produttore al consumatore, riusciamo a offrire un buon reddito all’imprenditore e buon prezzo a chi compra, ma perché faremo anche incontri in cui spiegheremo che olio d’oliva non può costare 3,00 euro al litro così come un pollo non può costare 3 al chilo. Con video e altri materiali spiegheremo perché non possono costare così. E perché no, con l’ordine dei medici spiegheremo perché gli antibiotici che vengono dati ai polli da 3 chili influiscono sulla salute, cogliendo anche l’occasione per dire perché un buon pollo non può costare meno di 10 euro».
Le concertazioni Ma non è tutto qui. «’SocialLogo’ – continua – è anche uno spazio aperto per fare concertazioni territoriali. Ad esempio faremo quattro incontri durante i quali parleremo del ‘Verdi’, ma con delle regole di competenza. Ognuno ha il suo ruolo, ognuno lo svolga: le istituzioni, i progettisti, le associazioni, la città. Parleremo anche dell’inceneritore perché comunque questo è un luogo aperto al pubblico, ma privato. Non appartiene al Comune, ma a un gruppo di imprese, di soggetti».
‘SloFactory&SloFarm’ Il progetto SocialLogo’ si inserisce in ‘SloFactory&SloFarm’, un modello di sviluppo territoriale integrato che utilizza l’efficientamento energetico tramite biomasse vergini, di esclusiva provenienza agricola, come leva di sviluppo territoriale. «È un progetto di eccellenza», dice. «I nostri sono partner importanti. C’è FinCantieri, la più grande società italiana che si occupa di cogenerazione, che progetterà per noi, per il nostro gruppo e per il progetto, la più piccola macchina di microcogenerazione e noi la caratterizzeremo per i territori. Fincantieri ci segue in questo progetto che sarà presentato sabato a Borbona, al tavolo delle terre attive. Opereremo anche per la ricostruzione a seguito del terremoto; FinCantieri metterà le tecnologie e noi le nostre competenze». Onofri ci tiene a precisare che questo progetto è già stato presentato il 9 luglio, e quindi che «non è un progetto speculativo nato a seguito del terremoto, ma un progetto in cui credono e che già era nato». «Il nostro modello può essere utile per la ricostruzione anche se è ha uno sviluppo in itinere, ma è una navigazione a vista, abbiamo presente la rotta anche se dire quello che faremo non dipende da noi, ma dai territori, dal tipo di ricostruzione e sviluppo che vorranno seguire. Noi possiamo solo assisterli e seguirli. È un progetto che si dipanerà nelle sue varie facce nel tempo».