Spoleto, dopo il sisma opere in mostra

La presidente Marini all’inaugurazione alla rocca Albornoz: «Dopo la solidarietà nei giorni del terremoto ora vorremmo tornassero i turisti»

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Sette opere d’arte recuperate dalle macerie. E’ stata inaugurata domenica pomeriggio, alla rocca Albornoz di Spoleto, la mostra ‘Ospiti in rocca’ che raccoglie alcune opere provenienti dalle zone colpite dal terremoto del centro Italia e in mostra fino al 30 luglio.

L’inaugurazione della mostra

Le opere Tre provengono dall’Umbria, due dal Reatino e altrettante dalle Marche. «Con questa iniziativa vogliamo mostrare alcune opere d’arte salvate dalle macerie del terremoto, ma anche sottolineare come ci sia un’Umbria in piedi che attende visitatori e turisti», ha spiegato la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini che, dopo la consegna delle altre 20 casette a Norcia, in via XX Settembre, si è recata a Spoleto per il taglio del nastro assieme a tanti cittadini e visitatori. Dopo momenti complicati, ha proseguito la presidente, «è giunto il momento di iniziare un racconto nuovo e positivo del nostro territorio e della sua voglia di ripartire».

La collezione Da aprile la collezione si arricchirà con altri ventitrè pezzi, veri e propri tesori in esposizione in una mostra dal titolo ‘Tesori della Valnerina’. «Attraverso queste opere d’arte, identitarie dei nostri territori – ha evidenziato ancora Marini -, si riesce da una parte a far capire ai visitatori gli effetti del sisma sul nostro patrimonio storico e artistico e dall’altra, come tutta l’Umbria sta reagendo». Presente anche la soprintendente alle Belle arti Marica Mercalli che ha sottolineato l’impegno, sia nel recupero che nel restauro, per le opere estratte dalle macerie e dagli edifici danneggiati.

La Marini alla rocca Albornoz

Crowfunding Un lavoro che, ora, sarà portato avanti dagli esperti del Mibact, in collaborazione con i Musei Vaticani e l’Opificio delle Pietre dure di Firenze. La mostra servirà anche a contribuire, assieme alla campagna di crowdfunding, al restauro delle oltre 4 mila opere che finora la Soprintendenza umbra ha recuperato. «Questa iniziativa ci dice che ricominciare è possibile, tanto che dalle macerie viene fuori qualcosa di bello e ci suggerisce anche di raccoglierle tutte le opere messe in salvo in un luogo significativo da creare in Valnerina per una mostra permanente, visitabile da turisti e gente del luogo», ha detto monsignor Renato Boccardo, vescovo di Spoleto-Norcia. 

La mostra«Questa mostra, nei locali della Rocca degli Albornoz, ci rimanda ad un sentimento di forza, di un’Umbria che con tenacia vuole ripartire e ci dice che questa terra sta in piedi. E le opere che qui sono ospitate ci raccontano dello straordinario lavoro di messa in sicurezza realizzato dalle donne e dagli uomini del sistema di protezione civile, dei Carabinieri, dei Vigili del fuoco, di tanti volontari, e delle strutture del Ministero dei Beni culturali e delle Soprintendenze. Un lavoro che ha permesso di recuperare oltre 4000 opere che oggi sono custodite nella struttura della Regione, a Santo Chiodo di Spoleto» ha ricordato poi la Presidente.

L’inaugurazione

Turisti La mostra è stata fortemente voluta dalla Regione Umbria «perché dopo la grande solidarietà che abbiamo ricevuto nei difficili giorni degli eventi sismici, ora vorremmo che, con altrettanta solidarietà, tornassero i turisti nella nostra regione. Il patrimonio artistico e monumentale – ha aggiunto Marini – è l’altro grande ferito di questi terremoti. L’impegno di tutti, dallo Stato alle Regioni interessate, ai Sindaci, alla Protezione civile nazionale e regionale, del Commissario straordinario, è di lavorare parallelamente per ultimare gli interventi e garantire ai cittadini una confortevole condizione residenziale e per avviare la ricostruzione privata e pubblica delle case e delle attività economiche, ma anche quella di tutto il patrimonio artistico, monumentale e religioso danneggiato dal sisma».«Dobbiamo recuperare e restaurare questo patrimonio – ha concluso la presidente – perché esso rappresenta la nostra identità e la nostra storia. Vorrei, infine, rassicurare tutti circa il fatto che le opere ora custodite nel deposito di Santo Chiodo saranno ovviamente restituite e ricollocate, dopo gli interventi di restauro e ricostruzione, nei luoghi di provenienza».

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