Si è assentata per pochi istanti dal suo negozio nel centro storico di Spoleto, senza chiudere a chiave la porta, ma quando è rientrata ha notato una persona allontanarsi frettolosamente. La donna si è subito resa conto che si trattava della stessa persona – un giovane di etnia rom – che circa mezz’ora prima era entrato nel suo negozio per chiedere l’elemosina. Dopo un rapido controllo si è accorta che il giovane si era portato via un telefono cellulare appoggiato sul bancone e si è affrettata a sporgere denuncia alla polizia.
Le ricerche Chiarita la dinamica dei fatti e appresi i necessari dettagli relativi alle caratteristiche del giovane, la squadra Volante della polizia, coordinata dall’ispettore Messina, ha avviato le ricerche individuando il malfattore nei pressi della stazione ferroviaria. Il giovane è stato fermato in compagnia di una connazionale in stato di gravidanza al fine di intralciare gli eventuali controlli, escamotage questo che serve a impietosire le vittime mantenendone così basso anche il loro livello di attenzione, allerta e reazione a eventuali azioni predatorie attuate nei loro confronti.
La perquisizione L’uomo e la donna sono stati controllati, accompagnati al commissariato e identificati per B.R. e C.S.N., entrambi di 19 anni e già noti alla polizia per i vari pregiudizi a loro carico per reati analoghi. Sottoposti a perquisizione sono risultati in possesso di 150 euro che la donna occultava e di cui non sapeva giustificare la lecita provenienza. Il denaro è stato posto sotto sequestro quale provento della vendita del cellulare di cui i due si erano nel frattempo ormai già disfatti. Il giovane è stato, infatti, riconosciuto dalla vittima quale autore del furto perpetrato ai suoi danni.
Le bugie I due giovani hanno cercato di dichiararsi estranei ai fatti giustificando la loro presenza in città con il solo intento di fare elemosina e dichiarando dichiaravano di essere giunti in mattinata con il treno, provenienti da un campo nomadi ubicato in un capoluogo di regione del centro Italia. Dalla polizia è stato, però, accertato che i due hanno mentito anche sul loro effettivo indirizzo di residenza.
Denuncia e foglio di via Pertanto B.R. e C.S.N. sono stati denunciati per furto aggravato commesso in concorso tra di loro e per il reato di false dichiarazioni a pubblico ufficiale e dovranno rispondere davanti al giudice delle accuse. Non solo, infatti, nei loro confronti è stato anche adottato il provvedimento di Foglio di via obbligatorio con il quale si impone ai due il divieto di ritorno in città per tre anni.