«Spostare acciaierie? Non ci sono premesse»

Il presidente di Terni Valley, Martini, risponde ad Andrea Liberati (M5S) sul trasferimento a Nera Montoro: «Chi potrebbe farsi carico di una operazione di tale portata?»

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di Michele Martini
presidente dell’associazione Terni Valley

Michele Martini

Ho letto con interesse il discusso intervento su umbriaOn di Andrea Liberati in merito ai risvolti ambientali delle attività della Tk-Ast di Terni. Il capogruppo M5S, nel suo breve articolo, evidenzia alcuni nodi critici del binomio ambiente-lavoro arrivando a formulare la proposta di delocalizzare l’intero polo siderurgico nella zona di Nera Montoro entro il 2030. Le parole di Liberati sono state oggetto di attacco da parte della comunità dei social network, tagliente nei giudizi ma – come spesso accade – avara di argomentazioni a supporto.

A mio modesto e personale parere, l’intervento di Liberati merita un confronto più profondo. Quando ho letto le sue parole, ho anche io percepito l’enorme difficoltà – o impossibilità – di delocalizzare un impianto di tale taglia ma, al tempo stesso, l’angoscia di chi vive in una città dove le anomalie urbanistica ed ambientale sono ormai normalità. È dovere dei nostri rappresentanti immaginare una città diversa da quella dove viviamo oggi, declinandola secondo visioni (anche) radicali.

Tuttavia, non ritengo che, ad oggi, ci siano le premesse per una delocalizzazione del polo siderurgico ternano. Il punto non è la fattibilità tecnica: in linea generale, gli impianti di un sito industriale si possono smontare, rimontare, collaudare e rimettere in esercizio. Le mie perplessità sono legate a logistica, tempistiche, infrastrutture e costi. Dubito che la Tk-Ast, nella contingenza odierna, potrebbe (vorrebbe?) farsi carico di una operazione di tale portata. Dubito altrettanto che le istituzioni locali e nazionali abbiano una capacità di intervento così significativa.

Soprattutto, si rischia di togliere l’attenzione dalla situazione di incertezza totale in cui, oggi, versa il polo siderurgico ternano. La recente nascita del colosso Tk – Tata Steel, le voci sulla vendita (a chi?), i dubbi sul personale interinale in scadenza di contratto a settembre impongono – purtroppo – un approccio pragmatico, hic et nunc, nel segno di una unica parola d’ordine: consolidare. Il polo siderurgico va urgentemente consolidato dal punto di vista strutturale ed economico. Questa situazione di perenne emergenza fa soltanto il gioco di chi specula – sull’ambiente e sui lavoratori. Consolidare, per poi tornare immediatamente a programmare secondo visioni (anche) radicali.

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