di Marco Celestino Cecconi
Capogruppo di Fdi-An in consiglio comunale a Terni
Sulla scorta dell’esperienza francese e nelle more di una legge nazionale che in Italia metta altrettanto fine agli sprechi alimentari, l’Umbria potrebbe dare il buon esempio e varare norme regionali che disciplinino il conferimento obbligatorio, da parte dei supermercati, delle derrate in eccesso – cibi invenduti o in scadenza – alle associazioni di volontariato.
La legge francese – nata da una petizione popolare e sostenuta in Parlamento da tutti gli schieramenti – impone dall’anno scorso alla grande distribuzione (al di sopra di una determinata superficie di vendita) di stipulare delle convenzioni con gli enti caritatevoli, per il conferimento gratuito di quelle tonnellate di cibo altrimenti destinate a finire nella spazzatura.
E impone multe salatissime – persino il carcere – a carico di chi non si attiene a queste regole, finalizzate ad un riutilizzo totale del cibo invenduto, sia a beneficio di poveri e senza tetto, che per l’alimentazione degli animali e per la produzione di compost per l’agricoltura.
In Italia, neanche a dirlo, annaspiamo tra iniziative isolate di questa o quella associazione e normative fiscali che rendono difficile per il singolo supermercato anche un conferimento volontario della merce in surplus.
Un’inversione di tendenza potrebbe partire proprio dall’Umbria – che non sfugge certamente al trend nazionale di una forte crescita delle fasce di povertà – per iniziativa di Fratelli d’Italia: e per questo il Coordinamento comunale di Terni (città dove negli anni il numero dei grandi supermercati è cresciuto in modo esponenziale) solleciterà il partito a farsi promotore di una proposta di legge in tal senso, in sede di Consiglio regionale.