Un’opera di cui una parte consistente dell’Italia centrale – Umbria compresa e in particolare Terni e il suo territorio – attende il completamento da anni. E se gli anni che restano per vederla finita non sembrano affatto pochi, come i soldi necessari, c’è chi arriva a mettere in dubbio l’impegno del governo Conte, sulla base di alcuni ‘indizi’ su cui sarà bene che il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli faccia chiarezza.
Parliamo della trasversale Orte-Civitavecchia (ovvero la ss 675 umbro-laziale) parte, fra l’altro, della rete europea Ten-T. Fra settembre ed ottobre verrà inaugurato un nuovo tratto di 6,4 chilometri, da Monte Romano Est a Cinelli, in provincia di Viterbo. E fin qui tutto ok. Ciò che resta da realizzare, però, è un pezzo importante, complesso e costoso: gli ultimi 18 chilometri che raggiungeranno la città portuale della provincia di Roma.
Questi 18 chilometri sono stati già finanziati da tempo con fondi Cipe e della Regione Lazio per complessivi 472 milioni di euro. Un impegno notevole, pari a circa 25 milioni di euro per ciascun chilometro di strada realizzata, motivato anche dall’esigenza di procedere alla costruzione di gallerie e viadotti che, giocoforza, spingono in alto i costi dell’opera.
Il ricorso Proprio su quest’ultimo tratto, però, pende un ricorso al Tar del Lazio – che verrà discusso il prossimo dicembre – presentato da associazioni ambientaliste locali contrarie all’opera e da un gruppo di privati, proprietari di alcuni terreni della valle del Mignone interessati dall’intervento.
Gli studi ‘ambientali’ Sempre su quest’ultimo tratto, in attesa che la giustizia amministrativa faccia il proprio corso, Anas sta comunque procedendo secondo il proprio cronoprogramma. In particolare, ad oggi, con l’esecuzione di due studi – uno faunistico ed un altro di carattere archeologico – che una volta completati, verranno consegnati rispettivamente al ministero dell’ambiente e al Mibact.
Tempi lunghi Certo, la stima dei tempi per il completamento dell’opera – se tutto dovesse filare liscio – resta biblica: circa tre anni e mezzo per la definizione del progetto esecutivo ed il completamento delle gare d’appalto che affideranno gli interventi. Altri cinque anni, circa, per la realizzazione. In tutto almeno – almeno – otto anni.
I timori Ma, oltre a ciò – e il paragone con l’odissea, quella sì terminata, della Salerno-Reggio Calabria non è peregrino – a far saltare sulla sedia il deputato viterbese di Fratelli d’Italia, Mauro Rotelli, sono state alcune ‘coincidenze’. A partire dalle dichiarazioni di un ex parlamentare della Tuscia, Massimiliano Bernini (M5s), che – dopo l’insediamento del ministro pentastellato Toninelli ai trasporti – ha invocato una ‘ricognizione’ su opere con la Tav e la stessa Orte-Civitavecchia per valutane l’effettiva utilità ai fini del completamento. Bernini, fra l’altro, già in passato aveva sollevato dubbi sull’impatto ambientale dell’opera e la sua ‘modernità ’ in relazione ai modelli di sviluppo attuali. Allo stesso modo il fatto che ci siano esponenti del M5s fra gli ambientalisti da sempre contrari alla realizzazione degli ultimi 18 chilometri e l’assonanza politica con l’attuale titolare del dicastero delle infrastrutture, ha portato Rotelli a interpellare il ministro con un’interrogazione in attesa di risposta (scritta).
Ma un’altra tappa interessante per capire il futuro dell’opera potrebbe essere l’audizione dello stesso Toninelli di fronte alla commissione trasporti, poste e comunicazioni di cui l’onorevole Rotelli è membro e che è stata fissata – salvo cambi di programma relativi al voto sul ‘decreto dignità ’ alla Camera – per mercoledì 2 agosto alle ore 14. In quella sede il tema ‘Orte-Civitavecchia’ verrà posto e non è un caso che la stessa commissione, fra i quattro sopralluoghi già calendarizzati, oltre alla Tav, al cantiere ligure del Terzo Valico ed alla Darsena di Livorno, abbia inserito anche la trasversale umbro-laziale (ma pure marchigiana, considerando Ancona), essenziale – è idea diffusa – per il futuro sviluppo economico dei territori che attraverserà e pure per le acciaierie di Terni. In attesa che anche dall’Umbria qualcuno si faccia sentire e, magari, chieda lumi.