Stroncone: «Cara opposizione, con quale coraggio?»

Il sindaco Malvetani replica al gruppo consiliare ‘Prima Stroncone’ che aveva criticato il bilancio di previsione e presentato numerose interrogazioni

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di Giuseppe Malvetani
Sindaco di Stroncone

Ho letto, quasi divertito, il comunicato del gruppo consiliare ‘Prima Stroncone’ con il quale si è tentato maldestramente di giustificare il ‘no’ al bilancio di previsione 2021-2023, approvato da questa amministrazione nei giorni scorsi. Un bilancio record per il Comune di Stroncone, con un capitolo investimenti vicino ai 2 milioni di euro, frutto di contributi ministeriali e regionali (per questi ultimi grazie soprattutto all’attenzione degli assessori Agabiti e Melasecche), nella quasi totalità senza bisogno di cofinanziamento da parte del Comune, grazie ad un grande lavoro di squadra, di tutta la giunta ed in particolare dell’assessore Liorni, con deleghe a bilancio e sviluppo economico, attento nel cogliere le opportunità offerte dai vari bandi. Un ‘no’ argomentato in modo confuso, sulla base di una supposta mancanza di visione e coraggio da parte dell’amministrazione.

Per la mancanza di visione, che dire? Chiunque può facilmente rendersi conto che nessuna amministrazione sarebbe in grado, al suo secondo anno di mandato, al suo primo vero bilancio, di portare un simile risultato senza una precisa visione dello sviluppo e del rilancio del territorio che, non a caso, non ha precedenti nella storia del Comune di Stroncone. Quanto alla mancanza di coraggio, ancora più risibile. Viene piuttosto da chiedere a loro: con che coraggio si può votare ‘no’ ad un bilancio che, nel pieno della peggiore crisi della storia repubblicana, porta 2 milioni di investimenti sul territorio? Nessuno si aspettava un voto favorevole, come pure fecero lo scorso anno, ma addirittura votare ‘no’, in luogo ad esempio di una legittima astensione, dà la misura della totale mancanza di obiettività oltre che, la loro sì, assoluta mancanza di visione politica.

Il ‘no’ di questi consiglieri, infatti, vuol dire no agli 870 mila euro per la messa in sicurezza della frazione di Aguzzo, soggetta a vincolo idrogeologico. Vuol dire no ai 681 mila euro per la riqualificazione del centro storico e valorizzazione delle mura castellane; vuol dire no alla riqualificazione del parco di Madonna del Colle, solo per citare i più importanti. Sapranno loro spiegare ai loro elettori con quale coraggio hanno detto no ad un bilancio del genere?

Che dire poi della decina di interrogazioni presentate nei giorni scorsi, quasi a voler ulteriormente ‘giustificare’ quel secco ‘no’ al bilancio? Le interrogazioni, debitamente motivate, dovrebbero consistere, a norma di regolamento, ‘nella domanda se un fatto sia vero, se di esso sia informata l’amministrazione e se questa, nel caso il fatto sia vero, abbia adottato o stia per adottare provvedimenti in proposito’. Presentare undici interrogazioni in due giorni su tutti argomenti su cui l’amministrazione, nel corso dei mesi, ha sempre puntualmente e costantemente informato l’opposizione, che quindi non avrebbe avuto bisogno di presentarle, non trova altra ragione se non quella di voler creare disturbo all’attività amministrativa, costringendo non tanto e non solo sindaco e assessori, ma anche e soprattutto gli uffici, che già lavorano in una situazione emergenziale, ad un ulteriore aggravio a scapito dei servizi ai cittadini. L’unica altra spiegazione ad un simile numero di interrogazioni su temi che già dovrebbero conoscere, è che questi signori siano stati, in più di un’occasione, quantomeno poco attenti durante i consigli.

E il dubbio sorge spontaneo se si guarda, ad esempio, alla interrogazione presentata sulle agevolazioni Tari per le imprese maggiormente colpite dalla pandemia dove affermano che ‘[…] già nel 2020 ci era parso intendere dalle volontà di questa amministrazione voler intervenire nella direzione di uno sgravio per le attività maggiormente colpite dalla pandemia […] senza purtroppo alcun seguito concreto’. Ecco, è bene che questi signori sappiano che non solo a quell’impegno è stato dato seguito, con la delibera numero 56 dell’ottobre scorso, con la quale il Comune si è fatto carico del 50% della parte variabile del tributo su base annua (il doppio di quanto suggerito dall’Arera) ma che tale delibera è stata votata all’unanimità, quindi anche da loro. Chiunque può facilmente trarre le opportune conclusioni su questo atteggiamento che di propositivo e costruttivo ha ben poco ed il cui unico scopo non sembra essere altro che, come detto, quello di intralciare l’attività amministrativa. Un’azione, quindi, che probabilmente farà contenta una esigua minoranza di sostenitori facinorosi ma che di certo non guarda all’interesse generale dei cittadini, a maggior ragione in questa complessa situazione emergenziale. Ne prendiamo atto e con noi la cittadinanza.

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